Se per Salvatore Striano il libro della svolta è stato La Tempesta di Shakespeare, letto in carcere a Rebibbia. Per Davide Cerullo un Vangelo trovato nella biblioteca di Poggioreale. Per Gerardo, un detenuto della Casa circondariale di Pavia del gruppo di lettura ad alta voce di Vivere con Lentezza e della redazione del foglio mensile culturale Numero Zero, potrebbe essere Storia di un buono a nulla scritto dallo stesso Davide Cerullo.

Salvatore è ormai un attore e scrittore affermato, nel cast di Cesare deve morire dei fratelli Taviani, autore di vari libri tra cui La tempesta di Sasà, ediz. Chiarelettere. Davide, invece, oltre ad avere scritto alcuni libri, è fortemente impegnato in attività sociali con i ragazzi dei quartieri difficili di Napoli che hanno visto le sue attività criminali iniziare quasi da bambino.

Anche Gerardo è napoletano, ma non è questo il punto di congiunzione con i due, quanto piuttosto il libro da cui riparte Gerardo, scritto da Davide Cerullo: “E’ il primo libro mai letto in vita mia”. Gli ci è voluto poco tempo per finirlo e recensirlo, ma tutto era cominciato con un altro titolo letto in gruppo ad alta voce: Diario di scuola di Daniel Pennac, in cui l’autore racconta i suoi anni di somaro a scuola, le grandi difficoltà a imparare le lettere dell’alfabeto (completamente appreso verso la quinta elementare) e di come sia stato salvato da alcuni insegnanti che hanno creduto in lui, senza essere messo in fondo alla classe, come buona parte dei partecipanti al gruppo di lettura, che della scuola hanno poco o nulla da ricordare.

Certo è molto presto per intravedere un futuro da scrittore per Gerardo, ma ci sono buone probabilità che diventi un buon lettore, visto che dichiara di voler leggere i libri ai propri figli, che per ora lo prendono un po’ in giro per un modo di esprimersi, un mix di italiano e dialetto (il prossimo libro del suo percorso sarà La fortuna non esiste di Mario Calabresi, ndr).

Quarantasette anni non sono poi tanti per cambiare vita e non tutti devono diventare famosi una volta dismessi i panni criminali. Ma poter dire che un cambiamento in meglio è avvenuto attraverso un libro, letto in carcere e per di più scritto da un ex collega di detenzione, sarebbe un altro piccolo miracolo della lettura e anche una grande soddisfazione, per ora inconsapevole, dell’impegno di Davide e Salvatore.

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