Napoli come Raqqa? San Paolo più sicura di Napoli? Ma ci faccia il piacere direbbe Totò, con quel suo gesto eloquente d’accompagnamento della mano. E poi aggiungerebbe: “Vedi da che pulpito viene la predica!”. Perché la solerte stampa nazionale e internazionale ha dimenticato di specificare The Sun è un tabloid specializzato, come scrive tra l’altro il suo sito, in gossip e celebrità. Ecco sarebbe come se Novella 2000 si occupasse del G7 e di massimi sistemi economici.

L’antefatto lo conoscete, Napoli sarebbe tra le città più pericolose al mondo, contrassegnata da simboli esplicativi a mo ‘di faccette emoticon: foglia di mariujana per spaccio di droga, un pupazzetto alla Keith Haring per i morti ammazzati e un pugno per indicare il fior fior di gang che infestano il territorio. Meno male che Pasquale Terracciano, ambasciatore a Londra e figlio dell’alta diplomazia made in Naples, ha fatto subito le sue ricerche. Chapeau. “Napoli non è inserita in nessuna classifica ufficiale delle 50 città più pericolose del mondo. The Sun deve aver preso un colpo di sole…” così era scritto sulla pagina FB dell’Ambasciata d’Italia, sotto la voce “Fake News”. Nessuna black list. Era una bufala, e non di quelle di casa nostra. Adesso cosa fare?

Ecco, due ipotesi da seguire: pretendere che il Sun per una settimana pubblichi una recensione al giorno sulle magnificenze che offre Napoli e dintorni. Senza fare demagogia, conosco pochi luoghi al mondo che nell’arco di una settimana aprono il Teatro San Carlo per la “Soirèe Roland Petit” e dopo 10 anni il sipario si alza sulle Terme di Baia (tra l’atro in corso una candidatura Unesco). Stasera fra gli scavi romani va in scena “I Sette contro Tebe”, regia del talentuoso Marco Baliani, tratto dal repertorio di Eschilo. Domani dalla Certosa di Capri si inaugura “Il Cammino delle Certose. I percorsi dell’anima”. C’era già arrivata Lia Rumma, la gallerista napoletana che tutto il mondo ci invidia, che ha portato alla Certosa di Padula, il monastero certosino più grande e spettacolare d’Italia, con una scala a “ricciolo” di scuola vanvitelliana, una performance dal vivo di Vanessa Beecroft. Concerti del miglior jazz a Castel Sant’Elmo mentre la Reggia di Caserta per “Un’estate da re” ospita lo straordinario maestro Ezio Bosso e i canti gregoriani Carmina Burana. Intanto il palcoscenico più bello del mondo, quello del Festival di Ravello, si spalanca per il compositore e pianista Philip Glass e per la Batsheva Dance Company, definita dal New York Times (mica da The Sun!) tra le migliori compagnie del mondo. Tutta questa roba in sette giorni, ribadisco, e l’elenco continua…

Invece basta ‘na schiefezza d’articolo per vanificare gli sforzi di pubblico e privato per sdoganare la reputazione della città almeno dal punto di vista culturale. Altra ipotesi: che il sindaco/magistrato De Magistris quereli per diffamazione The Sun. Ic et nunc. Senza proroghe. Era il 18 aprile 2015 quando Matteo Renzi, allora premier, confessò che era la prima volta che veniva a Pompei. Per evitare che la stessa ingrata sorte capitasse ai suoi figli, li ha portati in visita agli scavi proprio nei giorni scorsi. E visto che è andato anche alla redazione de Il Mattino a farsi incensare, non poteva spendere una parolina sulla Napoli infangata da The Sun. E che, malgrado tutti i suoi difetti, rimane la città del ‘o sole mio.

Twitter @januariapiromal

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