“Nelle circostanze attuali, considero di non essere più in grado di assicurare la sostenibilità del modello di esercito al quale credo per garantire la protezione della Francia e dei francesi, oggi e domani. Di conseguenza, mi sono assunto le mie responsabilità presentando oggi le dimissioni al presidente della Repubblica, che le ha accettate”. Con queste parole il capo delle forze armate francesi Pierre de Villiers ha annunciato le sue dimissioni in seguito a una discussione pubblica con il presidente Emmanuel Macron. Lo scorso 12 luglio de Villiers aveva duramente criticato le proposte sul bilancio della Difesa annunciate dal governo del primo ministro Edouard Philippe, esponente del Partito Repubblicano.

La scorsa settimana la Corte dei conti ha indicato in 4,5 miliardi di euro i tagli da applicare per riportare il deficit pubblico francese al 3% del Pil, imposto dal trattato di Maastricht. Per coprire le eccedenze dei costi delle operazioni militari all’estero, l’esercito dovrà risparmiare 850 milioni di euro sugli equipaggiamenti. La decisione non è piaciuta a de Villiers che, dopo le proteste davanti al presidente, al Consiglio di Difesa, e in Commissione difesa al parlamento, è stato rimproverato pubblicamente due volte da Macron. La prima nei giardini dell’Hotel de Brienne, alla vigilia del 14 luglio, e ancora una volta nelle colonne de Le Journal du Dimanche: “Se qualcosa oppone il capo di stato maggiore al presidente, il capo di stato maggiore se ne va”, ha spiegato Macron. I due uomini si sono visti in occasione della parata del 14 luglio, festa nazionale in Francia. Macron e de Villiers hanno marciato sugli Champs Elysees. I quotidiani locali hanno parlato di clima “glaciale” e “fiducia finita”. Nella serata del 14, Pierre de Villiers ha pubblicato su Facebook un post dal titolo “La fiducia“, dove non ha nominato Emmanuel Macron, ma sembrava replicare proprio a lui. “Nessuno merita di essere seguito ciecamente”, ha scritto il capo delle forze armate.

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