Per Massimo Bossetti è ergastolo. La sentenza della Corte d’Assise d’Appello ha confermato quanto stabilito dalla sentenza di primo grado: per il muratore di Mapello è fine pena mai. Una decisione arrivata dopo 15 ore di camera di consiglio e per la quale gli avvocati della difesa hanno già annunciato ricorso in Cassazione. Bossetti ha ascoltato le parole dei giudici dalla gabbia degli imputati, poi è scoppiato in lacrime. Stessa reazione anche per la moglie Marita Comi e per la madre di lui, Ester Arzuffi. Entrambe, insieme alla sorella gemella di Bossetti, Laura, erano in tribunale dalla mattina per ascoltare le dichiarazioni spontanee del muratore e lì sono rimaste fino alla sentenza.

“Questa sera si è assistito alla sconfitta del diritto”, ha detto Claudio Salvagni, legale dell’imputato. Che oggi ai microfoni di Legge o Giustizia condotto da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, ha spiegato: “Ogni persona intellettualmente onesta non può non pensare che l’imputato debba difendersi. Tutto ruota intorno alla prova genetica e Bossetti non ha potuto difendersi su questo, anche alla luce di tutto il materiale che abbiamo portato. Il professor Peter Gill (autore di Application of Low Copy Number DNA Profiling) è rimasto sbalordito quando ha saputo quello che sta accadendo qui in Italia. Purtroppo c’è stato un dialogo tra sordi”. Salvagni poi crede che le parole di Alfano che annunciavano l’arresto di Bossetti nel 2014 siano state “una grossa caduta di stile. Oltre che da un Ministro arrivò da un avvocato che conosce bene i principi del nostro sistema giudiziario. Spero che questa esternazione non abbia condizionato i giudizi”.

L’avvocato, poi, è tornato ancora sul processo: “Io lo definisco una vera e propria uccisione del diritto di difesa, non quanto in qualità di difensore di Bossetti. Come cittadino temo queste sentenze che non permettono alla difesa di fare il proprio lavoro. È importante riflettere su un dato scientifico pieno di errori e contraddizioni. Questa vicenda ha travalicato i confini, c’è tutto il mondo che ci osserva”. Dice che “il ricorso per Cassazione” potrebbe “scriverlo già oggi. La sentenza – ha continuato – ha ripreso quella di prima grado e penso meriti una cesoia della Cassazione. Mi spiace che per tutto questo tempi Bossetti debba rimanere in carcere. Non possiamo accontentarci di un colpevole qualsiasi, deve esserci un vero colpevole. Bossetti è totalmente estraneo alla vicenda. Sono molto fiducioso perché in Cassazione si parlerà di diritto. Non ci sono giurie popolari ma giuristi di altissimo livello. Le nostre tesi verranno accolte”.

Intanto dal palazzo di Giustizia di Brescia si fa sapere che si è trattato di una camera di consiglio “normale”, in linea con i tempi richiesti da una processo complesso, quella durata oltre 15 ore e che ha portato i giudici della Corte d’assise d’appello di Brescia alla conferma dell’ergastolo per Bossetti.

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