È iniziata ieri la fase istruttoria-medica, per raccogliere nuovi dati, ordinata dal giudice Nicholas Francis, il magistrato dell’Alta corte che il 25 luglio deciderà se i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra possono spegnere i macchinati che tengono in vita artificialmente Charlie Gard, il bimbo di 11 mesi affetto dalla sindrome da deplezione del Dna mitocondriale. I genitori, che da mesi si battono per tentare una cura sperimentale per il figlio, rimangono “ottimisti” dopo che, secondo quanto riportano i media britannici, sarebbe stato eseguito domenica un nuovo esame sul cervello. A Londra, come promesso in videoconferenza il 13 luglio scorso, è arrivato il neurologo, considerato un luminare, Michio Hirano insieme a uno specialista dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, il cui nome non è stato mai reso noto.

L’ultimo esame su Charlie risaliva a marzo e sulla base di quel precedente esito per il camice bianco statunitense non sembravano esserci danni strutturali maggiori al cervello. I risultati del nuovo esame – che non sono stati resi pubblici – potrebbero essere determinanti per il destino del bimbo. Nel corso dell’ultima udienza l’esperto, in collegamento da New York, aveva ipotizzato che tentare un trattamento sperimentale (una terapia nucleosidica) su cui è al lavoro avrebbe potuto dare al piccolo delle chance di miglioramento. E l’udienza davanti al giudice Nicholas Francis si era conclusa con un calendario di incontri necessari per permettere all’esperto di esplorare questa possibilità.

Solo “dati nuovi” infatti, come ribadito dal giudice stesso, potrebbero mettere in discussione la sua decisione a favore dell’interruzione dei supporti vitali proposta come unica via dai medici del Great Ormond Street Hospital di Londra. Ieri il medico si è trattenuto nell’ospedale dove il bambino è ricoverato per quasi 5 ore, prima di andare via da un’uscita laterale, e oggi è stato di nuovo nella struttura per incontrare i medici del Gosh alla presenza anche della madre, secondo quanto stabilito nell’ultima udienza. Per permettergli un pieno accesso alle cartelle mediche, il Gosh ha previsto per lui un contratto da onorario che gli garantisce lo stesso status dei suoi clinici. A Francis deve essere consegnata una trascrizione del vertice scientifico per prendere atto delle nuove informazioni raccolte dai camici bianchi, in vista dell’udienza cruciale e della decisione di martedì 25 luglio.

Ora invece si torna a parlare di un possibile trasferimento di Charlie in America, per provare (se non altro come ultima spiaggia) quella cura alternativa che Hirano non ha ancora messo a punto a pieno su esseri viventi, ma che stima possa dare una chance almeno teorica di miglioramento, compresa fra il 10 e il 50%, laddove riuscisse in qualche modo ad ‘attecchire’. I medici inglesi non nascondono in effetti il loro scetticismo e continuano a rivendicare di aver sempre voluto solo far morire Charlie, cui viene somministrata la morfina, “con dignità”, risparmiandogli altre sofferenze. Ma nessuno sa davvero se e quanto soffra, mentre il papà e la mamma, Chris Gard e Connie Yates, insistono a implorare che nessuna speranza, per quanto remota, sia lasciata cadere. E che l’ultima parola venga lasciata a loro.

L’ultima parola verrà sarà invece del giudice sullo sfondo della campagna internazionale di solidarietà nei confronti dei Gard: segnata dagli interventi di personalità come il Papa o il presidente Donald Trump, ma soprattutto dagli elementi di dubbio fatti insorgere dal professor Hirano come da altri.

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