Aveva criticato il ministro dell’Interno Marco Minniti e i decreti immigrazione e sicurezza che portano il suo nome durante una manifestazione promossa da Amnesty International in piazza del Pantheon, a Roma. E per questo, a qualche giorno di distanza, gli è stata notificata l’accusa di vilipendio alle istituzioni della Repubblica. La denuncia arriva dalla presidente dell’associazione Antigone, Patrizia Gonnella, che avverte: “Quanto sta accadendo mette a repentaglio il diritto di opinione e di critica, capisaldi di ogni Stato democratico”.

L’uomo denunciato, un giovane avvocato attivista della rete Resistenze Meticce, era intervenuto durante il presidio e dopo l’invettiva contro Minniti era stato fermato e denunciato dagli agenti presenti in piazza. “Chiediamo al ministro Minniti di esprimersi a riguardo. Centinaia di volte uomini politici, giornalisti, accademici, noi stessi abbiamo criticato leggi citando i nomi dei proponenti – spiega Gonnella – Nessuno è mai stato accusato di vilipendio né denunce sono arrivate dai diretti interessati. Neanche quando questi erano Giovanardi, Bossi, Fini o Fornero”.  “Il vilipendio è un reato che andrebbe abrogato – aggiunge – A maggior ragione quando la denuncia per vilipendio arriva, pare dalle immagini viste, solo per avere criticato il ministro che nella vulgata giornalistica ha dato il proprio nome ai decreti su immigrazione e sicurezza”.

Preoccupazione viene espressa anche dai deputati del Movimento Cinque Stelle, che in una nota definiscono “inaccettabile” l’indagine sul giovane attivista e parlano di “clima di repressione”. Loredana De Petris di Sinistra Italiana e Giulio Marcon di Possibile si tratta si dicono “davvero curiosi di sapere cosa ne pensano i responsabili politici del Viminale e vedremo anche come andrà nella aule di giustizia, perché con i diritti sanciti dalla nostra Costituzione non si scherza” e chiedono che “il Governo risponda subito alle interrogazioni presentate 20 giorni fa in Parlamento, perché vogliamo sapere le motivazioni di questo ultimo atto e se gli operatori di polizia responsabili allora di quella prevaricazione siano stati o no oggetto di ispezione per un’iniziativa ingiustificata e inaccettabile nel nostro Paese”.

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