Indagato per omicidio volontario. Per la procura di Torino non ci sono dubbi: Maurizio De Giulio, 51enne di Nichelino, ha voluto investire la coppia di fidanzati che sono stati travolti a bordo della loro moto a Condove, dopo un litigio per una mancata precedenza. Elisa Ferrero, 27 anni, è morta sul colpo nello schianto mentre il fidanzato, Matteo Penna, 29 anni, è ricoverato in condizioni gravi ma stabili al Cto di Torino. La modifica del capo di imputazione – in origine era omicidio stradale – è scaturita dalla perizia disposta dalla pm Paola Stupino e – precisa Repubblica – sarà depositata nel pomeriggio in attesa dell’udienza di convalida del fermo. A parlare di un’azione volontaria erano stati alcuni testimoni oculari e gli amici che seguivano in moto la coppia di ritorno dalla Provenza. Tutti convinti che quel furgone li abbia inseguiti e speronati per ucciderli. Dopo l’impatto De Giulio, che ha tentato la fuga ed è risultato positivo all’alcol test, ha ammesso di avere “perso la testa” e di avere “fatto una cazzata” prima di essere zittito dal suo legale. Penna era alla guida della moto che il furgone di De Giulio ha travolto dopo un diverbio nato proprio sull’asfalto. Da lì un inseguimento che è durato due chilometri e 300 metri e che è finito alla rotonda di Condove.

“Maurizio è uno buono” – Sul furgone con lui c’era la compagna Milena Zuniga Lecca, 40 anni, peruviana, insieme a lui da 5 anni, dopo la separazione dalla sua ex moglie. Dalla precedente relazione ha avuto due figlie e la più piccola, 17 anni, era a bordo insieme a loro. Milena assicura che De Giulio “ha cercato di frenare” ma “non è riuscito ad evitarli” e che “non aveva bevuto più di un bicchiere di vino”. E la zia della donna, Mercedes, aggiunge che lui “è un buono, uno che lavora, che non si tira indietro se c’è da dare una mano”. Ma nel suo passato spuntano “racconti di continui litigi con la ex moglie – scrive Repubblica – e un incidente provocato bruciando un semaforo rosso”. I vicini poi parlano di un temperamento difficile, di urla che uscivano dall’appartamento di lui. E non solo: perché anni fa a Moncalieri, l’uomo, ubriaco, era stato protagonista di uno scontro in strada Genova. Ed era stato arrestato perché si era scagliato contro gli agenti che lo avevano fermato.

“Il van è andato addosso alla moto” – Per i testimoni non ci sono dubbi sulla volontarietà dell’incidente da parte dell’autista: parlano di “salti di careggiata per non perdere contatto con la moto”, dicono che “le altre auto che si scansavano” per evitare il furgone. “Ho visto quel Ford Transit che inseguiva Matteo ma non ho potuto fare niente per avvisare il mio amico. Poi il van gli è andato addosso”, dice a Repubblica Luca Gilardi, che rientrava con Matteo ed Elisa dalla Provenza domenica pomeriggio. Ha visto tutto: dal diverbio nato fra il centauro e l’automobilista per una mancata precedenza (che doveva dare il furgone), fino alla manata di Matteo sul van che ha scatenato la collera di De Giulio e allo schianto. “Ho visto il furgone che si è lanciato all’inseguimento di Matteo – continua Luca – Io me ne sono accorto perché ero dietro. Lui no, non ha visto niente e non si è reso conto – racconta ancora – se avessimo avuto gli auricolari e un interfono magari averei potuto avvisarlo ma così non ho potuto fare niente. Non sono riuscito a superare il furgone”.

La storia di Elisa e Matteo – Elisa è morta sul colpo. Si era laureata in Medicina e pensava, forse, a una specializzazione in pediatria. Era figlia unica e si era fidanzata con Matteo un anno e mezzo fa. Con lui, amico d’infanzia e compagno delle medie, aveva avviato una relazione seria. Le condizioni di Matteo sono gravi ma stabili: intubato, ha riportato un trauma cranico e toracico. La prognosi è riservata. E dodici anni fa il fratello di Matteo, Giulio, che ora ha 31 anni, era stato coinvolto in un altro incidente analogo. Sempre in moto, sempre travolto da un furgone. Da allora è incosciente e immobile. Paralizzato, muove soltanto gli occhi. “Avevano tanti progetti insieme: una casa, una famiglia, trasferirsi all’estero”, dice il padre di Matteo, parlando di lui e di Elisa. E si sfoga: “ci hanno portato via tutto. Questo non è stato un incidente, è stato un omicidio. E quell’uomo deve pagare per ciò che ha combinato. Deve restare in carcere”. E per lui e per sua moglie è un dramma che si ripete. Lei ha fiducia: Matteo – dice – si riprenderà. “Mi piacerebbe credere nello stesso modo anche nella giustizia, ma ora non riesco. Non so cosa sia successo davvero a Condove. La dinamica dell’incidente la conoscono solo Matteo, la sua ragazza che però non può più raccontarlo e quel delinquente che li ha travolti. E che, in passato, aveva già travolto altre persone“.

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