Nel mondo le persone che soffrono di depressione sono più di 300 milioni (vedi il post precedente) e i farmaci più usati sono gli antidepressivi triciclici e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (Ssri e Snri). Un recente articolo del Professor Yacov Reisman, urologo e sessuologo, pubblicato dalla rivista Sexual medicine reviews riporta che negli Stati Uniti gli Ssri sono il terzo farmaco più prescritto, usati dal 7% della popolazione, mentre in Europa, in alcune nazioni, sono usati dal 3% della popolazione.

Gli antidepressivi Ssri (paroxetina, dapoxetina, fluoxetina ecc.) sono usati non solo per la depressione, ma anche per la cura dell’eiaculazione precoce, che però non è una malattia (come ho scritto in un precedente post) e dei disturbi ossessivo-compulsivo, da attacchi di panico, d’ansia, da stress post-traumatico.

Tra gli effetti collaterali degli antidepressivi ci sono le disfunzioni sessuali e la prima cosa da fare è, senza vergognarsi, riferire subito questi disturbi al proprio psichiatra, che ridurrà il dosaggio o cambierà il farmaco. Con la sospensione del farmaco questi effetti scompaiono, però a volte persistono e si parla di disfunzioni sessuali post-Ssri, ma possono persistere anche dopo la sospensione degli Snri (duloxetina, venlafaxina, ecc.), e degli antidepressivi triciclici (amitriptilina ecc.), della finasteride usata per la calvizie maschile e l’ipertrofia prostatica, di isotretinoina usato per curare l’acne, e di alcune droghe come l’ecstasy (maggiori informazioni in Wikipedia).

Le disfunzioni sessuali post-Ssri più frequenti sono: difficoltà ad avere e mantenere l’erezione, assenza del desiderio, perdita o diminuzione della risposta agli stimoli sessuali, orgasmo ritardato e anorgasmia, ridotta o nessuna sensazione di piacere durante l’orgasmo, ridotta o assente sensibilità genitale.

Le cause non si conoscono, ci sono solo ipotesi, si pensa che ci sia uno squilibrio nel sistema dei neurotrasmettitori; sulla frequenza-incidenza si sa poco, ma alcuni studi riportano che il 60-70% dei pazienti con depressione riporta una disfunzione sessuale, e se persiste deve essere presa in considerazione la diagnosi di disfunzione sessuale post-Ssri.

Le terapie per ora hanno ottenuto scarsi risultati, vengono usati farmaci che diminuiscono l’attività serotoninergica e aumentano l’attività dopaminergica. Per la disfunzione erettile è usato anche il sildenafil (viagra) o farmaci simili, ma non hanno effetti sulla sensibilità genitale e sulle sensazioni di piacere.

Queste disfunzioni possono durare per mesi o anni e colpire donne e uomini di tutte le età, purtroppo spesso chi ne è affetto non sa che la causa sono gli antidepressivi, e ci sono molti medici che non sanno dell’esistenza delle disfunzioni sessuali post-Ssri, per questo è molto importante parlarne anche nei mass-media.

Alcune persone (“disperate”), per email, mi hanno fatto delle domande e chiesto consigli per curare le disfunzioni sessuali post-Ssri, ma io non sono uno psichiatra, ho risposto con quello che ho scritto sopra, e con qualche suggerimento sessuologico: se c’è una insensibilità genitale, è inutile insistere a fare sesso con il partner (o la masturbazione), quindi, anche se la depressione è superata, è proibito non solo fare sesso (e masturbazione, e non guardare pornografia), ma anche di pensare al sesso. Per due o tre mesi, bisogna fare una vita tranquilla, senza stress, senza pensare al “problema” (non è facile, ma si può provare): mangiare sano, con vitamine, integratori, no fumo, alcol né droghe, fare attività fisica, e intanto fare gli esercizi muscolari perineali di Kegel.

Chi volesse approfondire, chiedere informazioni, leggere testimonianze o esperienze di pazienti, conoscere eventuali nuove terapie e studi sulle disfunzioni sessuali post-Ssri, trova tutto in questo blog.

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