Cinque anni di un decreto inapplicato e di parole vuote. Grandi proclami (“Via le Grandi Navi da Venezia”) e promesse (“Troveremo una soluzione definitiva”). La verità è che le navi da crociera, i bestioni del mare, i grattacieli galleggianti, continuano a percorrere la laguna, transitano nel Bacino di San Marco, imboccano il Canale della Giudecca e raggiungono la comodissima – per i turisti e le compagnie navali – stazione di Marittima. Da lì possono sciamare per la città, le sue calli e i suoi campielli. Turismo da crociera iper-facilitato. E’ come entrare in macchina nel salotto di casa, o arrivare in elicottero sulla cima del Cervino. Nessuna fatica (sempre per i turisti) e massimo appeal per i venditori di pacchetti di viaggio.

A parole i politici sono bravissimi. Non nei fatti. Ecco uno stupidario di cinque anni di rassicurazioni non mantenute, proprio mentre il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro annuncia che il governo è pronto a presentare la sua soluzione. Lo ha detto qualche giorno fa. “Sono previsti due accosti a Marghera per le grandi navi dal 2019. A breve il Governo annuncerà la soluzione e penso e auspico che il progetto alternativo scelto sarà quello dello scavo del canale Vittorio Emanuele, aumentandone la profondità con la rimozione dei fanghi per il passaggio delle Grandi navi. Ma in contemporanea si attrezzerà anche un primo terminal crocieristico a Marghera, per le navi superiori alle 96mila tonnellate di stazza, che ora non possono entrare in laguna”. Tutto corretto, se non fosse che Marghera è zona industriale con problemi di inquinamento e che le navi che attraccano ogni anno sono più di 600.

L’annuncio ha richiamato il commento di Luciano Mazzolin, del “Comitato NOGrandiNavi”, a due settimane dal referendum che con 18mila voti ha bocciato l’ingresso delle navi in laguna: “Esternazioni, annunci e anticipazioni del sindaco Brugnaro non hanno rivelato niente di nuovo. Ambedue i progetti (Marghera e scavo del canale Vittorio Emanuele), proposti da altri alcuni anni fa, sono stati travolti da una marea di pareri negativi da parte di tutti (Commissione VIA, Capitaneria di Porto, Industriali di Porto Marghera, Porto di Venezia nella gestione Costa, etc etc)”. Mazzolin aggiunge: “Le dichiarazioni di Brugnaro e del Sottosegretario Pier Paolo Baretta dimostrano il caos nel quale si trovano le varie istituzioni che annunciano progetti già strabocciati, di volta in volta riesumati e spacciati come la soluzione ‘ottimale’ e veloce”. Oltre a queste due ipotesi, c’erano quelle di un attracco off-shore al Lido (che ha avuto parere positivo Via, con prescrizioni) e dello scavo di Canale Contorta-S. Angelo o canale Nuove Trezze.

“Si sta rivelando il vero disegno della lobby della crocieristica (a cui fa buon gioco la connivenza di troppe autorità istituzionali) che è quello di far perdere tempo con la ricerca di vie alternative che si riveleranno non fattibili – denuncia invece Armando Danella dell’Associazione Ambiente Venezia – per poter nel frattempo continuare il passaggio per il bacino di S.Marco e attraccare su terminal che garantiscono loro una lucrosa rendita monopolistica”.

Parole non insensate: basta scorrere il repertorio delle frasi tanto famose quanto inutili di questi ultimi cinque anni, ad iniziare dall’approvazione del decereto Clini-Passera che vietava il passaggio delle navi oltre le 40mila tonnellate. Una prescrizione mai applicata.

Corrado Clini (ministro dell’Ambiente, governo Monti).

“Il mio punto di vista sulle grandi navi a Venezia resta chiaro: se, come ritengo sia giusto, vanno tolte dalla Laguna, bisogna però dare alternative, non bloccando il traffico crocieristico verso Venezia”. (maggio 2012)

“L’ipotesi di dire alle grandi navi di non entrare più a Venezia è un’ipotesi che abbiamo scartato, perchèé non è una soluzione praticabile”. (agosto 2012)

Andrea Orlando (ministro dell’Ambiente, governo Letta).

“Per fortuna tutti convengono che le navi dal canale non ci devono più passare. La mia proposta, perciò, è mettere da subito un numero chiuso”. (settembre 2013)

“Già da subito questi giganti galleggianti possono essere dirottati a Marghera. C’è una sproporzione tra queste navi giganti e la delicatezza di una realtà unica come Venezia”. (ottobre 2013)

Maurizio Lupi (ministro delle Infrastrutture, governi Letta e Renzi)

“C’è accordo generale sull’applicazione, senza ulteriori dilazioni temporali, del decreto Passera-Clini, che vieta il passaggio delle navi oltre le 40mila tonnellate nella Giudecca e a San Marco. Quei grattacieli galleggianti non devono più passare da lì”. (giugno 2013)

“Le grandi navi non devono passare per il canale della Giudecca e nel Bacino di San Marco. Il governo conferma la sua determinazione nell’applicazione del decreto che vieta il passaggio delle navi con stazza superiore alle 40mila tonnellate nei canali di Venezia”. (marzo 2014)

Dario Franceschini (ministro Beni Culturali e Turismo, governi Renzi e Gentiloni)

“Mi chiedo se Venezia abbia bisogno di questo (mostra foto di una nave da crociera, ndr), se questo sia il modello cui puntare. A Venezia le navi ci andranno lo stesso, ma chiedo se non abbia più senso utilizzare il porto di Trieste. È una scelta strategica da fare, anche a costo di scontentare qualcuno”. (ottobre 2015).

“A Venezia le grandi navi non possono più passare davanti a San Marco. Ci sono varie soluzioni allo studio, bisogna in fretta uscirne perché così non si può più andare avanti”. (febbraio 2016)

“Il ministro per le infrastrutture Delrio sta completando la fase istruttoria. L’ipotesi più accreditata è quella del canale Vittorio Emanuele”. (maggio 2017)

Gian Luca Galletti (ministro dell’Ambiente, governi Renzi e Gentiloni)

“Ci adopereremo perché le grandi navi non passino in città fragili come Venezia”. (aprile 2014)

“Su Venezia stiamo lavorando con Delrio e Franceschini già da parecchio tempo. Abbiamo dato la Valutazione di impatto ambientale (Via) positiva con prescrizioni sulla piattaforma off-shore”. (marzo 2017)

Antonello Giacomelli (sottosegretario Sviluppo Economico, governo Renzi)

“Siamo persuasi di risolvere la questione entro l’estate, ma ormai ci siamo. Inoltre, a seguito dell’operatività del nuovo terminal di Fusina, tutte le navi traghetto non percorrono più i canali di San Marco e della Giudecca, oggetto di divieto”. (settembre 2016)

Graziano Delrio (ministro delle Infrastrutture, governi Renzi e Gentiloni)

“Certamente le Grandi Navi non possono più entrare a Venezia. Di certo l’obiettivo è fare in modo che le Grandi Navi non entrino più dentro Venezia”. (luglio 2016)

“Esistono soluzioni potenzialmente già pronte, come quella di Marghera. Ho chiesto una riunione del ‘Comitatone’, l’incontro avverrà prima di inizio febbraio, termine indicato dall’Unesco per ricevere risposte alle questioni sollevate la scorsa estate”. (dicembre 2016)

“Siamo persuasi di risolvere la questione entro l’estate perché le complicazioni tecniche sono molto elevate e serve ancora qualche settimana, ma ormai ci siamo”. (giugno 2017)

Pier Paolo Baretta (sottosegretario all’Economia, governi Letta, renzi, Gentiloni)

“E’ necessario fare presto. Condivido la scelta definitiva di attracco a Porto Marghera per le grandi navi perché raccoglie le due principali istanze sostenute dalla gran parte dei veneziani: bloccare il passaggio nel bacino di San Marco ed evitare lo scavo di nuovi canali”. (giugno 2017)

Epitaffio Finale – Report UNESCO

“On 3 May 2017, the State Party submitted additional information… continued efforts to explore possible solutions to resolve the issue of big ships entering the lagoon…”. Il 3 maggio scorso l’Italia ha informato l’Unesco (che aveva dato un ultimatum per il primo febbraio 2017) degli “sforzi continui per esplorare le possibili soluzioni per risolvere il problema dell’ingresso delle grandi navi in laguna”.

Sforzi… esplorare… possibili soluzioni… Campa cavallo che l’erba cresce.

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