465 mila lire. Tanto costava accaparrarsi una Fiat 500, che il 4 luglio compie sessant’anni, quando nel 1957 venne messa in commercio. A dire la verità, in quel momento proprio un sogno non era: troppo costosa rispetto alla 600 (590 mila lire) arrivata due anni prima, molto più spartana e meno rifinita, scomoda specie nelle sedute posteriori e discretamente lenta, visto che oltre gli 85 orari non andava.

Un flop? Macchè. I vertici Fiat, capitanati dal professor Vittorio Valletta, intuito l’errore corsero ai ripari proponendo altre due versioni a pochi mesi dal lancio: l’Economica e la Normale. La prima con un prezzo più basso di 25 mila lire (con tanto di assegno di valore equivalente recapitato ai clienti che l’avevano acquistata appena uscita, come rimborso), la seconda con aggiornamenti decisivi volti a correggere le manchevolezze che si erano palesate.

Una nota storica necessaria, perché proprio dopo quella correzione di rotta la 500 mise le ali e si moltiplicò in una messe di allestimenti e varianti, diventando il “campione” della mobilità nostrana: 4 milioni di esemplari venduti dal 1957 al 1977, di cui quasi 400 mila ancora circolanti. Una minima parte, circa 20 mila, in Giappone, Nuova Zelanda, Australia, Cuba e Thailandia. Il resto tutti in Italia. A testimonianza che se c’è un’auto in grado di rappresentarci, coi nostri pregi e i nostri limiti, quella è la 500: viaggi, amori, amici, zingarate. Il tutto senza finestrini elettrici, climatizzatori, navigatori, e diavolerie varie che riempiono le nostre giornate al volante. Generazioni di automobilisti che hanno imparato a guidare esercitandosi con la “doppietta”, visto che il cambio non aveva i sincronizzatori. Roba da sentirsi un dinosauro, immaginando la perplessità dei lettori più giovani.

Eppure, anche loro possono godersi una 500. Nel 2007 il testimone è passato idealmente da Dante Giacosa, il creatore del “cinquino”, a Roberto Giolito, che dietro intuizione geniale di Lapo Elkann ha dato nuova linfa alla storia, ridisegnando i contorni di un mito. Et voilà, arriva la 500 2.0: una famiglia intera di modelli (dalla L alla X, passando per la cabrio e le possenti Abarth) e variazioni sul tema, ultima delle quali la 500 Anniversary, celebrativa dei 60 anni.

Una seconda vita che promette di essere feconda come la prima, visto che all’attivo ci sono già due milioni di auto e soprattutto una strategia votata a internazionalizzazione e creazione di un marchio nel marchio. E pazienza se Marchionne ci perde 14 mila dollari ogni volta che vende una 500 elettrica negli Usa: il futuro del nostro “campione” passa anche da lì.

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