A sinistra del centrosinistra: è l’assemblea nazionale della rete delle Città in Comune. L’incontro è a Roma, e vede in campo la rete delle liste che si sono presentate negli ultimi due anni in tutta Italia in alternativa al Pd. “C’è bisogno di credibilità e di programmi, non di seguire i consigli di Scalfari che propone di mettersi insieme per andare dietro a Mario Draghi e a un’Europa che ci sta impoverendo”, tuona Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista. “Non possiamo certo aspettare Pisapia e Bersani: la sinistra non può essere né quella che ha approvato il Jobs Act né quella che ha approvato la Riforma Fornero. Vogliamo fare in Italia una sinistra come quella di Podemos in Spagna, Melenchon in Francia, Corbyn in Inghilterra. Nessuna di queste ha chiesto di nazionalizzare le banche a cui vanno miliardi di denaro pubblico”. “Noi saremmo anche andati a piazza Santi Apostoli da Pisapia, ma ci hanno detto che l’happening era riservato solo a coloro che fino a quel momento avevano partecipato a quel percorso”, dice l’avvocata Anna Falcone, già protagonista della campagna per il no al referendum del 4 dicembre e ora, con Tomaso Montanari, in prima fila per questa nuova “piattaforma di sinistra”. Il prossimo appuntamento, dopo le assemblee locali, è quello di una riunione nazionale prevista tra fine settembre e inizio ottobre. “Lavoro, salute, ambiente, territorio, scuola: questa è la proposta politica che intendiamo costruire”, spiega. “Non solo ripristinare l’articolo 18 ma garantire tutela a tutti i lavoratori. Non vogliamo i diritti minimi: vogliamo costruire una democrazia ambiziosa e compiuta”. La questione delle alleanze, assicura, non li appassiona: “Lavoreremo con tutti coloro che vogliono aderire a un programma chiaro: ripartire dalla Costituzione e attuarla. Anche Pisapia e Bersani, certo: sono valutazioni che si fanno ex post. Renzi no: il suo Pd ha attuato un disegno neoliberista di demolizione dello Stato e dei diritti”. “Si sono scompaginati gli scenari politici”, dice da Sinistra Italiana Stefano Fassina. “Si è rotto il Pd, c’è in campo un pezzo di cittadinanza attiva molto qualificata con Montanari e Falcone. Facciamo le primarie per la leadership e per il programma e lavoriamo tutti insieme. Anche con Pisapia e Bersani, se riuscissimo a trovare un terreno in comune. Avere una sinistra che si limita a fare testimonianza non interessa più a nessuno”
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