Giuseppe D’Ambrosio Angelillo, già solo pronunciare il suo nome e i suoi due cognomi è per me fonte di piacere. E io non posso vivere senza provare piacere. Detesto il dolore, appena ho il mal di testa corro in farmacia. Con Giuseppe ho provato i seguenti piaceri: il piacere di parlare con una persona intelligente e colta, sensibile e gentile, il piacere di rievocare Franco Fergnani, il più grande esperto di Sartre e indimenticabile docente di Filosofia morale della Statale di Milano, il piacere di sentire i suoi racconti sull’amicizia con Alda Merini, la più grande poetessa “vivente” (i poeti non muoiono mai), e il piacere di sorseggiare insieme a lui un Martini Rosso estratto da un frigo vuoto ma pieno di ricordi.

Che cosa mi ha spinto a fare questo video ritratto? Il piacere della riconoscenza per tutti i libri che Giuseppe ha scritto e pubblicato con la sua casa editrice Acquaviva. Anche pronunciare il nome della sua casa editrice è fonte di piacere: Acquaviva per tutti gli assetati. Per tutti gli assetati di cultura e di vita, per tutti quelli che non si rassegnano al deserto mentale che avanza ogni giorno. L’utopia è un miraggio? Non lo so, in ogni caso è l’unico miraggio in grado di dissetarci, come l’amore.

Infine voglio dirvi qual è stato il piacere più intenso: incontrare un essere umano. Non capita spesso di questi tempi. E per essere umano intendo un uomo sempre alla ricerca di se stesso, un uomo che si cerca sempre a un indirizzo diverso, anche perché viene spesso sfrattato, ma che importa uno sfratto quando in gioco c’è la verità del proprio volto? Vivere e morire con il proprio volto, questa è la vera Utopia, non altro.

Articolo Precedente

Cerco in me la donna

next
Articolo Successivo

La sinistra non esiste, ma la destra sì

next