Hanno motivato la scelta in questi termini: “Un evidente danno nei confronti dei consiglieri in carica nella IX legislatura che, stante l’attuale disciplina, vedono sacrificato un loro iniziale diritto acquisito“. Così alcuni consiglieri regionali della Basilicata – che si sono seduti in aula durante il secondo mandato di Vito De Filippo, interrotto nel 2013 dallo scandalo Rimborsopoli – potranno prendersi il vitalizio, che loro stessi avevano abolito a partire dalla legislatura successiva. È stato una sorta di blitz notturno, un voto inserito in coda alla legge di assestamento di Bilancio, a rimettere l’assegno in tasca ai consiglieri.

Il provvedimento è di fatto una modifica della legge regionale del 29 ottobre 2002 che regola i vitalizi. È bastato aggiungere un periodo per restaurarlo anche per i consiglieri della scorsa legislatura, che non ne avrebbero avuto diritto poiché il governo De Filippo si era interrotto anzitempo. Stando al nuovo testo, infatti, agli uomini del parlamentino lucano che abbiano versato i contributi previdenziali “per un periodo inferiore a cinque anni ma superiore ai trenta mesi – si legge – è data facoltà di effettuare i versamenti volontari necessari alla maturazione del diritto di assegno vitalizio”.

E se qualcuno, chiusa l’esperienza di consigliere, avesse già provveduto a ritirare i contributi? Nessun problema: “Tale facoltà è esercitabile anche dai consiglieri che hanno ottenuto la restituzione dei contributi versati durante la IX legislatura previa restituzione degli stessi mediamente versamento in un’unica soluzione”. Tutto ciò perché senza la leggina ad hoc, i consiglieri vedrebbero “sacrificato” il loro “iniziale diritto acquisito, compromesso, evidentemente, dal verificarsi dell’improvvisa ed inattesa interruzione anticipata della legislatura”, stroncata dalle dimissioni del presidente della Regione.

In questo modo un ristretto gruppo di consiglieri potrà giovare del provvedimento dopo aver versato i contributi necessari: Risultato? Intascheranno a vita 1.750 euro al mese a partire dal compimento del 65esimo compleanno. “Come noto, gli importi che vengono erogati a titolo di vitalizio agli ex consiglieri nella stragrande maggioranza dei casi non sono coperti dai contributi versati: e restano a carico delle finanze regionali (quelle del Consiglio Regionale) – spiega il consigliere regionale Gianni Perrino del Movimento Cinque Stelle – Mentre per i comuni mortali,  per andare in pensione (spesso di importi inferiori ai mille euro), servono almeno 40 anni di contributi ed età minima di 66 anni e 7 mesi”. I pentastellati hanno votato contro le modifiche e ricordano che “nella attuale legislatura in consiglio regionale siedono alcuni consiglieri e assessori già presenti” dal 2010 al 2013. Otto, per l’esattezza, tra i quali il presidente Marcello Pittella.

Contro la modifica della legge ha alzato le barricate anche Antonello Molinari, ex Pd ora in Articolo Uno-Mdp: “Approvano una norma che reintegra il vitalizio ai loro predecessori, quale atto di ristoro per il passo indietro compiuto, e, con malcelato pudore, nel corso della medesima giornata, approvano una modifica allo Statuto regionale che consente loro di continuare a sedere sulle attuali comode poltrone anche in caso di decadenza del presidente della Regione. Ossia, le istituzioni democratiche rappresentative di un’intera comunità regionale vengono piegate alle contingenti convenienze degli eletti”.

Già, perché nel corso della lunga due giorni di seduta, il consiglio regionale ha approvato anche un progetto di legge – presentato in maniera trasversale da tre esponenti di Forza Italia, Udc e Pd – che allunga la vita all’assemblea in caso di “impedimento permanente, morte o dimissioni volontarie” del governatore. Con discendente esborso degli stipendi. In pratica, le funzioni del consiglio “sono prorogate sino al completamento delle operazioni di proclamazione degli eletti nelle nuove elezioni” e nel frattempo le funzioni del presidente vengono assunte dal vice-presidente. Unico limite? Le nuove elezioni devono essere indette entro 3 mesi. Piccolo particolare: Pittella è tra i papabili candidati al Parlamento alle prossime Politiche. I consiglieri regionali possono ora dormire sonni tranquilli. Se dovesse essere eletto, si porteranno a casa tre mensilità in più.

 

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