Si annunciava una truppa composta da un’ottantina di dirigenti e amministratori. Alla fine in provincia di Lecce hanno salutato 104 tra sindaci, assessori, consiglieri comunali e quadri. Tutti pronti a migrare dal Partito Democratico ad Articolo 1-Mdp. Non è un caso che l’esodo avvenga nel Salento, dove Massimo D’Alema, che nella ‘scissione’ a sinistra dal partito di Matteo Renzi ha giocato un ruolo fondamentale assieme a Pierluigi Bersani e Roberto Speranza, gioca ancora un ruolo politico di primo piano.

Neanche il tempo di gioire per le vittorie ai ballottaggi alle comunali di Lecce e Taranto, ‘mosche bianche’ nel disastro delle ultime amministrative, che il Pd pugliese deve fronteggiare una divisione senza precedenti. Come se non bastassero i numeri comunque risicati ottenuti dal partito all’interno della coalizione guidata da Carlo Maria Salvemini, uomo esterno (e più a sinistra) al Pd, capace di strappare il capoluogo salentino alla destra dopo vent’anni. Solo 4 consiglieri, infatti, saranno esponenti dem: gli stessi sui quali può contare la civica Lecce Città Pubblica.

Ad annunciare lo strappo era stato proprio l’ex presidente del Consiglio, lunedì pomeriggio, durante l’assemblea regionale di Mdp a Roma: “Oggi il giorno dopo il ballottaggio in una delle poche città dove abbiamo vinto, Lecce, ottanta dirigenti del Pd, la maggioranza del gruppo dirigente, tra cui alcuni sindaci di comuni importanti ed il segretario della federazione, quello che ha condotto la campagna elettorale, hanno abbandonato il partito e si sono iscritti ad Art.1-Mdp”.

L’addio, ancor più corposo delle previsioni, è stato formalizzato martedì mattina dal segretario provinciale Salvatore Piconese, che ha consegnato la lettera di dimissioni dall’incarico di partito nelle mani del segretario regionale del Pd Marco Lacarra. Dietro di lui altri 103 amministratori ed ex dirigenti. Tra loro anche il sindaco di Patù, Gabriele Abaterusso, ex segretario cittadino ed ex componente della segretaria provinciale, passato a Mdp assieme a tutti i consiglieri di maggioranza nel consiglio comunale. Si ricostruisce così la coppia padre-figlio, visto che suo padre, Ernesto, consigliere regionale, era stato tra i primi ad aderire ad Articolo 1.

Dure le parole usate nella conferenza stampa da Piconese. Il Pd, ha detto, è diventato ormai “il partito di Renzi” che ha portato alla rottamazione in questi anni della “storia del partito e del suo popolo”. Secondo Piconese, oggi il Partito Democratico è “una comunità divisa e disorientata” a causa della “torsione personalistica, la venatura populista e plebiscitaria, unita all’occupazione di uno spazio puramente centrista nel panorama politico nazionale”.

Questi elementi, ha spiegato l’ormai ex segretario provinciale “hanno modificato il patrimonio genetico del partito, il quale si è del tutto allontanato dei suoi valori fondativi e dei suoi principi originari di democrazia, di giustizia sociale e di libertà“. Gli oltre cento amministratori e dirigenti del Pd di Lecce transitati in Mdp, secondo Roberto Speranza sono “una bellissima notizia che testimonia come sia ormai irrinunciabile costruire un nuovo orizzonte progressista in discontinuità con le politiche sbagliate degli ultimi anni”.

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