“Ora ripartiamo con una coalizione di profilo liberale-moderato su modello del centrodestra europeo”. Mentre Matteo Renzi si rifiuta di riconoscere la sconfitta del Pd alle amministrative e Beppe Grillo cerca di ricompattare i suoi, chi trionfante si prepara alla sfida delle elezioni politiche è il vero vincitore di questa tornata alle urne: Silvio Berlusconi. L’ex Cavaliere annuncia l’intenzione di compiere l’impresa fino a pochi mesi fa impossibile: riunire il centrodestra con un’alleanza stabile. “Da questi risultati”, si legge nella lunga nota, “il centrodestra può partire in vista della sfida decisiva per tornare a guidare il Paese, sulla base di un programma condiviso, che in larga parte già abbiamo, e di una coalizione fra forze politiche diverse, caratterizzata da un chiaro profilo liberale, moderato, basato su radici cristiane, secondo il modello di centrodestra vincente in tutt’Europa e oggi anche in Italia”. Facile sulla carta, meno se si guarda ai candidati di chi potrebbe sedere al suo fianco. A chi si rivolge veramente Berlusconi? Ai leghisti di Matteo Salvini e a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni con cui si scontra spesso per le posizioni estreme? Ad Area popolare di Angelino Alfano con cui però i rapporti sembravano gelati ormai per sempre? O addirittura a una versione centrista di Renzi? Il rebus alleanze è da mesi basato su fantasie e supposizioni, ma ora con la vittoria in mano tutto cambia. I successi a livello locale fanno venire l’acquolina in bocca a tanti: se il vero vincitore delle urne è il centrodestra unito, allora bisogna fare il centrodestra. Questo si affrettano a dire a destra, consapevoli delle lunghe trattative che si prospettano nei prossimi mesi.

Berlusconi si prepara al voto, lancia allarme astensione e attacca: “Irresponsabile fissare le elezioni il 25 giugno”
L’ex Cavaliere ha scelto di scrivere una nota ufficiale, un po’ per posizionarsi nel trambusto del post voto e un po’ per ribadire che il leader del progetto di sicuro dovrà essere lui o comunque un suo uomo: “Questi risultati, nonostante siano stati espressi da un numero limitato di elettori, hanno un grande valore per il centrodestra e indicano la strada per il futuro. Gli italiani ci chiedono di essere uniti e di cambiare il paese come ci hanno dato il mandato di cambiare il futuro delle nostre città, come avevo chiesto negli appelli al voto in vista dei ballottaggi”. L’ex Cavaliere, nel suo intervento, se la prende anche con la scelta del governo di fissare le elezioni a giugno e quindi lancia l’allarme astensione: “Da questo turno elettorale emerge un altro dato che – pur non riducendo il valore della nostra vittoria – deve preoccupare tutte le forze politiche responsabili: la scarsissima affluenza alle urne, probabilmente la più bassa mai registrata nella storia della repubblica. Essa è certamente conseguenza della scelta irresponsabile di fissare le elezioni al 25 giugno, ed anche del meccanismo elettorale a doppio turno, che non abbiamo mai condiviso e che conferma tutti i suoi difetti”. L’ex Cavaliere ha detto di essere molto soddisfatto del risultato alle comunali: “Conferma quanto ho ripetuto molte volte in campagna elettorale: il centrodestra è la prima coalizione politica del Paese, vince presentando candidati credibili, un programma concreto di cose da fare, la serietà nel linguaggio. Questo avviene in modo omogeneo, da Nord a Sud, in realtà molto diverse: abbiamo conquistato roccaforti rosse in Liguria, con un risultato che premia l’impegno e l’ottimo lavoro in Regione del governatore Toti e lo sforzo collettivo delle forze politiche del centrodestra, ma anche in Emilia, Toscana, Umbria; abbiamo ottenuto grandi vittorie in città che erano cadute in mano alla sinistra, per esempio in Lombardia, nel Lazio, in Abruzzo, abbiamo vinto in situazioni politiche locali anomale, come Verona. Un grande successo in tutto il paese grazie all’ottimo lavoro dell’intera dirigenza e dei Coordinatori di Forza Italia”.

I potenziali alleati già litigano. Salvini: “Mai con Alfano”. Lupi: “
Parlare di alleanza è davvero complicato nella pratica. Il leader del Carroccio, che si sente tra i principali traini della vittoria elettorale, ha già detto che non siederà mai allo stesso tavolo di Area popolare: “Per noi la festa è finita stamattina. Con oggi sentiamo un’enorme responsabilità sulle spalle. Vogliamo parlare a quella metà di italiani delusi, incazzati e schifati che ieri non sono andati a votare. Siccome la matematica non è un’opinione nei centri più importanti al voto dove il centrodestra ha vinto la Lega è il primo partito”. Il segretario del Carroccio ha ribadito però che per un’alleanza a livello nazionale non dovrà essere coinvolto “chi sostiene i governi del Pd. Non puoi stare a Roma con il Pd e poi volerci tornare con Salvini. Questo è fuori discussione. Alfano, per quanto mi riguarda, non sarà mai parte di una coalizione di cui fa parte la Lega”. Tanto è bastato per provocare le proteste del capogruppo di Area popolare Maurizio Lupi: “Salvini oggi torna a gridare ‘mai con Area popolare’ mentre fino a ieri la Lega diceva ‘sempre con’. Il centro moderato che Ap rappresenta ha permesso la vittoria del centrodestra, non dico che abbiamo vinto noi, sia chiaro, ma che il nostro contributo, non solo numerico, ma anche di programma e di moderatismo politico, è stato decisivo”. Lupi fa riferimento a “Genova, La Spezia dove Ap ha preso il 6%, Monza, Sesto San Giovanni e ovviamente Magenta, dove il neo-sindaco Chiara Calati, che è bravissima, è espressione proprio di Alternativa popolare. Se a Monza a Salvini apparentarsi con noi faceva schifo doveva dirlo prima. Queste elezioni amministrative sono un segnale che indica la direzione verso cui andare: il centro moderato. Il centrodestra vince quando imbocca questa strada”.

La lite (con poco senso) su chi è arrivato prima
Tanto sono indietro nel riuscire ad avere una alleanza solida, che ancora i diversi protagonisti sono fermi a decidere chi è arrivato primo. Una discussione che fatica ad avere un risultato univoco a livello nazionale: infatti se il Carroccio ha segnato più punti al Nord, al tempo stesso nei comuni del Sud non si è presentato e quindi in un’analisi complessiva perde punti. Così mentre Salvini già detta legge, intervengono i leader azzurri. Ad esempio il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: “Forza Italia si conferma il primo partito e a questo tocca la guida del centrodestra. Ciò significa assumersi responsabilità per i programmi e proposte da fare in vista delle prossime politiche. Certamente la mobilitazione di Berlusconi durante l’ultima settimana di campagna elettorale ha avuto un effetto non secondario. I risultati delle amministrative dimostrano che in Italia c’è voglia di cambiamento e che il centrodestra avanza, conquistando moltissime amministrazioni”. Frena intanto il presidente della Lombardia Roberto Maroni: “Berlusconi si è speso in questa campagna elettorale… abbastanza. E adesso rivendica di dare lui le carte. Non è proprio così, ma il risultato rende evidente che uniti si vince”. E chiude: “Mi auguro che ci si parli di più e che si chiuda presto l’intesa per la legge elettorale”. Già perché ancora prima dell’alleanza, serve capire se mai si troverà un accordo sulla legge elettorale.

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