Nel Paese di Antonio Vivaldi e Giacomo Puccini ai licei musicali si tagliano le ore di strumento. La denuncia arriva dai genitori dei ragazzi che frequentano queste scuole: presa carta e penna hanno scritto una petizione e l’hanno pubblicizzata attraverso la piattaforma Change.org raccogliendo oltre 15mila firme. “La nuova interpretazione del piano orario destinerebbe di fatto al biennio del liceo musicale non più tre ma soltanto due ore settimanali di lezione individuale di esecuzione e interpretazione, da utilizzare per il primo e per secondo strumento prescelto. Verrebbero così decurtate 33 ore delle 99 ore totali annuali previste dal piano di studio. Si tratta – scrivono i genitori nella petizione – di una riduzione inaccettabile per una materia caratterizzante come lo studio dell’esecuzione dello strumento, in una scuola altamente specializzante come il liceo musicale, soprattutto se pensata nella prospettiva di offrire una adeguata preparazione per la successiva prosecuzione e completamento degli studi musicali al Conservatorio”.

Una situazione che è già arrivata anche sul tavolo del Tar del Lazio che con la sentenza numero 01731/2017 del 6 ottobre 2016 pubblicata il 2 febbraio scorso che ha accolto il ricorso di un liceo romano, con le seguenti motivazioni: “La diminuzione delle ore di esecuzione del secondo strumento avrebbe dovuto essere comunicata in precedenza ai genitori degli alunni iscritti ed odierni ricorrenti, consentendo agli stessi di poter scegliere liberamente”. Non solo secondo la terza sezione bis la riduzione ad un’ora a settimana di lezione con riferimento al primo strumento equivale ad una preparazione approssimativa, dilettantistica e ben lontana dal profilo professionalizzante richiesto dalle competenze in uscita dal liceo per l’accesso al triennio di primo livello del Conservatorio.

La protesta è partita da alcuni licei piemontesi ma si è estesa a livello nazionale: “Tutto è generato da una assegnazione d’organico dei docenti che non è sufficiente a ricoprire le ore di lezione individuale, non copre – spiega Chiara Papi a nome di tutto il gruppo – il rapporto numero di studenti/ore di lezione. Il ministero aveva dato indicazione agli uffici scolastici regionali di sostituire questi sessanta minuti con un’ora di ascolto partecipativo ovvero uno studente fa lezione e l’altro lo ascolta e guarda. Nel piano di studi della riforma che ha istituito i licei musicali non c’è scritto da nessuna parte questo “ascolto” ma sono previste tre ore di esecuzione ed interpretazione dello strumento”.

Ora i genitori stanno valutando un ricorso amministrativo per provare a trovare una soluzione in via legale. Chi si sta facendo carico di questa situazione è Elena Ferrara, presidente dell’intergruppo parlamentare per la musica: “Riceverò questi genitori. Ho già portato le loro istanze al ministero. Quest’anno con l’organico di fatto e di potenziamento ci possono essere degli aggiustamenti ma puntiamo a sistemare la situazione per il prossimo anno scolastico. Il problema è chiaro ed evidente, comprendo i genitori. La questione è alla radice, nel decreto Gelmini. Nel frattempo sono state stabilizzate quasi 2000 cattedre per i licei musicali: 1500 sono persone che hanno insegnato nei licei e 500 nuovi vincitori di concorso. Non solo. Abbiamo potenziato anche le ore di musica d’insieme”.
I genitori, tuttavia, sono convinti di andare fino in fondo e continuare la loro battaglia per riavere le ore d’insegnamento di strumento previste nel piano.

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