Aveva resistito ai cacciatori per giorni, ma alla fine il cinghiale Agostino è stato ucciso. L’animale, che si era insediato nel parco della Galleana più di una settimana fa, aveva tenuto sotto scacco Piacenza, mobilitando gli animalisti in sua difesa. Il parco, infatti, era stato chiuso per motivi di sicurezza fra le proteste dei cittadini, mentre i cacciatori cercavano di stanarlo per trasportarlo fuori. Ma all’ennesima dose di narcotico l’animale ha reagito violentemente, costringendo i cacciatori a ucciderlo.

Il cinghiale di 90 chili aveva resistito a un primo intervento dei volontari dell’Atc2, muniti di bastoni e cani e coordinati dalla polizia. L’ungulato rientra tra le specie da abbattere, ma nell’area verde è vietato sparare. Inoltre, davanti ai cancelli del parco si sono presentate in sua difesa tutte le associazioni ambientaliste e animaliste. Tutto è avvenuto a poche giorni dal ballottaggio, in piena campagna elettorale. E questo aveva scatenato l’ironia e le lamentele dei cittadini, divisi fra chi proponeva Agostino come terzo candidato al secondo turno e chi accusava l’amministrazione di farsi mettere in difficoltà da un animale selvatico.

Negli ultimi giorni squadre di cacciatori avevano tentato in ogni modo di catturarlo: il Comune di Piacenza aveva contattato il centro di recupero Pettirosso di Modena, che avrebbe dovuto addormentarlo e condurlo in in un’area naturalistica, ma la vicenda ha avuto un epilogo diverso. “Si è scelta la via dell’inciviltà – ha commentato Piero Milani dell’associazione modenese – Quando si usa un’arma da fuoco è sempre una sconfitta per tutti. Noi saremmo riusciti a catturarlo”.

Sulla pagina Facebook de Il Pettirosso compare un post di denuncia: “Alle 19 eravamo già sul furgone con il veterinario per recarci come detto al Comune di Piacenza”. L’associazione ha saputo dell’abbattimento dalla telefonata di un giornalista. La realtà delle cose che ancora una volta un’arma ha strappato una pagina di civiltà laddove c’era un’alternativa”.

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