Gli scontri durante la movida di Torino è qualcosa “che non si deve più ripetere“. A scriverlo è la sindaca di Torino Chiara Appendino, su facebook. “Gli spazi comuni della città sono aperti e appartengono alla cittadinanza, tutta – dice – Essere sindaca di una città al servizio dei cittadini e delle cittadine significa garantire una civile convivenza all’interno di questi spazi che devono essere sicuri, vivibili e accessibili”. Il messaggio della sindaca arriva dopo un incontro con il questore e il prefetto dai quali la Appendino ha avuto la conferma che un servizio straordinario – come quello disposto ieri sera in piazza Santa Giulia contro la cosiddetta malamovida – “non si ripeterà con le modalità viste”. Tuttavia la sindaca sottolinea – facendo proprie le parole del suo assessore alla Sicurezza Roberto Finardi – che è “intollerabile sia che i controlli predisposti dalla Questura trovino una resistenza violenta da una parte della cittadinanza, sia che questi sfocino in disordini che hanno coinvolto anche persone che stavano trascorrendo una normale serata all’aperto e i gestori degli esercizi commerciali”. La Appendino, che si è detta vicina agli agenti feriti e ai cittadini coinvolti, fa quindi appello a “quel senso civico e della legalità che, in alcuni, sembra essersi smarrito”.

Ma c’è chi, nel Movimento Cinque Stelle torinese, se la prende in particolare con la polizia e con il questore. Come il senatore Marco Scibona e la consigliera regionale Francesca Frediani. Un servizio “imponente”, scrivono, che ha provocato “un prevedibile sconvolgimento del vivere sociale. Condanniamo l’uso indiscriminato della forza da parte della polizia di Stato. Gli avventori dei locali, se in violazione di un provvedimento amministrativo, dovrebbero ricevere una multa. Non una manganellata. Il questore adotterà le stesse misure di sicurezza anche per San Giovanni? Magari come ‘approccio più dolce con il cittadini’come ha affermato in una recente intervista? Ci auguriamo di non rivedere mai più scene del genere nella nostra città”. A questa voce si aggiunge quella della consigliera comunale Cinquestelle Maura Paoli che si dice “sconcertata dalla presenza dei celerini in piazza Santa Giulia e dalle cariche violente e incomprensibili. Tutto questo è inaccettabile”. Paoli aggiunge di temere “che sia un giochino costruito ad arte per spaccarci e farci dimettere”.

A rispondere indirettamente è l’Associazione nazionale funzionari di polizia: “Sono troppi i teppisti che avvelenano e turbano la movida sotto la Mole – si legge in una nota – tanto che per effettuare i controlli in sicurezza c’è bisogno di tenere alle spalle degli agenti e dei vigili urbani, i reparti antisommossa. E quando questi se ne vanno gli squadristi entrano in azione per spadroneggiare nella piazza al fine di sottrarla alla legge, a chi la tutela e soprattutto agli onesti cittadini”.

Per gli scontri, per la cronaca, c’è la prima denuncia nei confronti di una giovane attivista del centro sociale Askatasuna che dovrà rispondere resistenza, lesioni e violenza a pubblico ufficiale. La Procura sta ascoltando altri testimoni. Secondo una prima ricostruzione della questura, al termine dei controlli due commissari di polizia sono stati accerchiati e picchiati da un folto gruppo di contestatori: uno di loro, colpito da un calcio al torace, ha una costola incrinata. Subito dopo è scattata la carica del reparto mobile.

L’ex sindaco di Torino Piero Fassino che torna a dire che l’ordinanza “anti-movida” è stata “scritta male e in fretta e furia più per coprire la disastrosa gestione di piazza San Carlo che per dare regole alla movida, confermando ulteriormente l’irresponsabilità dell’amministrazione nel gestire situazioni complesse”. “Temo – conclude Fassino – che si stia mettendo in discussione l’idea stessa di una città vivace, sulla quale tanto si è lavorato e che aveva dato importanti risultati. Torino non merita questo”.

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