A poche ore dall’ufficializzazione della lista dei ministri, anche il titolare della Giustizia rinuncia all’incarico. François Bayrou, leader del partito centrista MoDem e alleato chiave di Emmanuel Macron, ha annunciato che lascerà l’esecutivo per evitare imbarazzi dopo lo scandalo sui fondi europei usati in modo irregolare, nato dalla denuncia dell’eurodeputata del Front National Sophie Montel. Bayrou aveva appena presentato un progetto di legge per la “moralizzazione della vita pubblica“. La decisione di Bayrou arriva 24 ore dopo le dimissioni del ministro della Difesa, Sylvie Goulard, anche lei espondente di MoDem. A loro due si aggiunge anche la ministra per gli Affari europei Marielle de Sarnez.

Perde i primi pezzi l’esecutivo della nascente presidenza Macron. Quello che doveva essere un rimpasto tecnico del governo – un atto più formale che sostanziale dopo le elezioni legislative che hanno segnato il trionfo della formazione del presidente, En Marche! – si trasforma quindi nel primo vero intoppo politico per il giovane capo di Stato. MoDem è al centro di un’indagine sullo scandalo sui fondi dell’Europarlamento usati per pagare assistenti in Francia, e non a Bruxelles. E un quarto addio, quello di Richard Ferrand, fedelissimo di Macron sotto indagine per nepotismo e presunte irregolarità in alcuni appalti, si era verificato lunedì.

“Il Modem non ha mai avuto impieghi fittizi”, ha detto Bayrou in una conferenza stampa a Parigi in cui ha difeso con forza il MoDem e si è definito “il vero obiettivo degli attacchi”. In riferimento alle stoccate del premier Edouard Philippe, che nei giorni scorsi lo bacchettò per le lamentele al direttore di Radio France per un reportage sgradito sul MoDem, ha ripetuto che “non può accettare di vivere senza libertà di parola”.

“Non abbiamo mai avuto impieghi fittizi e sarà facile dimostrarlo”, ha insistito Bayrou, dicendo di avere “assoluta fiducia nella giustizia”. Tanto più che “il mio nome non è mai stato citato nell’inchiesta”. A suo parere non ci sono dubbi: l’obiettivo delle campagna sferrata contro il MoDem è lui in quanto sua è la legge sulla moralizzazione della vita pubblica presentata da qualche giorno a Parigi. Un testo – ha chiosato Bayrou davanti ai media – che “per un certo numero di forze rappresenta un ostacolo”.

Il leader centrista che durante la campagna presidenziale si schierò con Macron ha poi detto di non voler esporre il governo “a una campagna menzognera”. E ancora: “Non possiamo vivere in una società di perpetua e universale denuncia”, ha deplorato, dicendo che da ministro non avrebbe potuto difendersi dalle accuse sui falsi impieghi all’Europarlamento. L’uomo che forse tornerà a fare il sindaco di Pau – funzione che tra l’altro, per una strana ironia della sorte, non ha mai rimosso dalla sua bio di Twitter, neanche quando venne nominato Guardasigilli – assicura di ritenere “più importanti gli obiettivi” dell’esecutivo che il suo “ruolo personale”.

“Prendo atto della decisione di Bayrou e la rispetto”, ha dichiarato a Afp il premier Edouard Philipp. L’addio di tutti i ministri di MoDem “semplifica le cose”, ha detto oggi il portavoce dell’Eliseo, Christophe Castaner. “Abbiamo una maggioranza dopo la grande vittoria di domenica” alle elezioni legislative “e abbiamo i mezzi per governare. È ora di mettesi al lavoro”, ha aggiunto il portavoce dell’esecutivo. Rimane in programma per le 18 di oggi l’annuncio del nuovo governo presieduto dal primo ministro Philippe.

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