“Sta arrivando il fuoco”. “Ciao mamma, grazie per tutto quello che mi hai dato”. Queste le ultime parole che Marco Gottardi e Gloria Trevisan pronunciano al telefono con il padre Giannino e la madre poco prima che i 24 piani del Grenfell Tower di Londra fossero completamente avvolti dalle fiamme, nella notte del 14 giugno. Lo raccontano i genitori dei fidanzati italiani ancora dispersi. “Siamo stati al telefono con i ragazzi fino all’ultimo istante – ha raccontato il padre, spiegando che Marco – cercava di minimizzare. Penso facesse così per tranquillizzare Gloria e anche mia moglie. Continuava a garantirci che i soccorsi stavano arrivando e che la situazione si poteva risolvere”.

“Speriamo in un miracolo” – Alle 4.07 l’ultimo contatto. “Il loro appartamento era invaso dal fumo – continua il padre di Marco – la situazione diventava d’emergenza”. Poi il silenzio. I due giovani non risultano tra le persone ricoverate negli ospedali di Londra, come comunicato dalla Farnesina.  “Speriamo solo in un miracolo – ha concluso Gottardi, precisando che i ragazzi vivono – nei piani alti del grattacielo”. Quei piani alti che Gloria, trasferitasi nella capitale britannica da tre mesi per fare l’architetto insieme al fidanzato, aveva più volte immortalato nel proprio profilo Instagram. Quella casa con una vista mozzafiato, al 21esimo piano della Grenfell, si è trasformata probabilmente nella sua trappola di fuoco. Un ringraziamento alla madre prima che la linea del telefono cadesse, mentre l’appartamento era invaso dal fumo dell’incendio. Come Marco, anche Gloria voleva avvisare i suoi cari di quanto stava accadendo. Lo racconta ad AdnKronos l’avvocato della famiglia, Maria Cristina Sandrin, nel corso di un incontro mattutino con i cronisti davanti all’abitazione dei Trevisan. L’avvocato non lascia speranze: “Non ci sono motivi per sperare che Gloria e Marco siamo ancora vivi“. Sandrin ha anche ricordato che i ragazzi sono stati costretti a trasferirsi a Londra: “Gloria si era laureata il 18 ottobre ed è andata a Londra perché qui non ci sono possibilità professionali neanche per chi si laurea con 110″.

Cause da accertare – La speranza di ritrovare vivi i due giovani diminuisce infatti con il passare delle ore. Secondo il capo dei vigili del fuoco è “difficile che altre persone vive siano all’interno della torre”. Ci vorranno settimane per bonificare tutto l’edificio e per accertare il numero delle vittime. Continuano intanto le indagini per appurare le cause dell’incendio. Il fuoco sembra avere avuto origine nella parte inferiore della torre di cemento, intorno al quarto o quinto piano e secondo una prima versione fornita dal Daily Mail sarebbe stato il cattivo funzionamento di un frigorifero l’origine del rogo che ha causato la morte di 17 persone che, stando alle parole del capo dei pompieri, potrebbe diventare molte di più.

Dubbi sulla sicurezza – Da subito erano montate le polemiche sulle misure di sicurezza dell’incendio: un comitato di cittadini, il Grenfell Action Group, già nel 2013 aveva pubblicato un rapporto in cui denunciava rischi di incendio. La Reuters oggi riferisce che nei documenti relativi ai progetti di ristrutturazione della Grenfell Tower non c’è traccia di barriere tagliafuoco, pannelli che avrebbero dovuto proteggere gli abitanti in caso di incendio. La Rydon Group, società di costruzioni che ha eseguito i lavori, non ha confermato ma ha assicurato che la ristrutturazione “ha soddisfatto tutti i requisiti di sicurezza delle costruzioni, la regolamentazione anti-incendio e gli standard di salute e sicurezza”. Spinta dalle polemiche e dagli interogativi sulla sicurezza, la premier britannica Theresa May ha annunciato un’inchiesta pubblica, “a tutto campo”, sul disastroso incendio. “Questa terribile tragedia va indagata in modo adeguato”, ha promesso la May. “La gente adesso vuole risposte, e ha assolutamente ragione di volerle” ha dichiarato, e ha aggiunto: “Dobbiamo capire cosa sia accaduto. Lo dobbiamo alle famiglie, alle persone che hanno perso i loro cari, a chi ha perduto degli amici o la casa in cui viveva”.

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