Marion Bartoli è tornata a ringhiare con il suo gioco grintoso da fondo campo. La campionessa di tennis che nel 2013 con un ace al fulmicotone batté la rivale Sabine Lisicki, 6-1 6-4, vincendo Wimbledon, ha ricominciato a pestare la terra rossa dei French Open dopo tre anni di malattia. Un calvario impossibile e commovente raccontato in un’intervista rilasciata a Gaia Piccardi del Corriere della Sera. Marion si era ufficialmente ritirata dopo la vittoria sull’erba inglese, quando poi la sua apparizione da magrissima quasi scheletrica, nemmeno quaranta chili di peso, nel 2016 sempre a Wimbledon aveva fatto pensare all’incubo dell’anoressia.

Invece la tosta francesina aveva contratto una malattia tropicale di cui nemmeno è riuscita a comprendere il nome. Capelli che cadevano, difficoltà a digerire e respirare, diarrea e febbre alta che non andavano mai via. Questi i gravissimi sintomi vissuti dalla Bartoli dopo un viaggio in India nel febbraio 2016. Da lì la vincitrice di Wimbledon ha cominciato a raccontare il suo dramma su Twitter. Foto di lei intubata e sul letto d’ospedale, inguantata per poter toccare qualsiasi cosa, acqua minerale per lavarsi, la 32enne dell’Alta Loira è uscita dall’incubo grazie a vagonate di antibiotici e diverse trasfusioni di sangue prima in un centro ospedaliero specializzato di Merano, poi due mesi in una clinica di Parigi. La tennista racconta di essere rimasta ottimista e di aver lottato per andare avanti solo grazie all’affetto ricevuto dai fan sui social e al rivedere di continuo il match point decisivo con la Lisicki. Giusto pochi giorni fa il ritorno in campo di nuovo in forma ai French Open per il Legend double match, con qualche chilo di troppo -vivaddio-, e una voglia di correre e spaccare il mondo che lascia senza parole. Con un unico miraggio: nonostante sia francese e i formaggi non riesca ancora a digerirli, la “gioia immensa” è stata tornare a mangiare la pizza.

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