Non si ritira dal ballottaggio ma in caso di vittoria rinuncerà all’elezione. Ennesimo corto circuito politico giudiziario a Trapani dove il candidato sindaco Mimmo Fazio ha annunciato il suo passo indietro in caso di successo il prossimo 25 giugno. La notizia circolava in città da alcune ore, ma ad ufficializzarla è stato direttamente il politico sostenuto da alcune liste civiche di centrodestra, che ha convocato una conferenza stampa per comunicare “la decisione irrevocabile di abbandonare la competizione elettorale e di dimettersi da deputato regionale”. Fazio ha aggiunto che se nonostante ciò dovesse “essere eletto rinuncerei all’incarico“.

In pratica l’ex sindaco – in carica tra il 2001 e il 2012 – invita la città a non votarlo. Al primo turno ha raccolto il 33% delle preferenze: è stato in pratica il candidato sindaco più votato a Trapani nonostante sia indagato indagato per corruzione e traffico di influenze. A questo punto il candidato del Pd Pietro Savona si trova vicinissimo ad una vittoria che sarebbe storica. Al primo turno ha preso il 26% dei voti, staccando per circa mille preferenze il candidato sindaco di Forza Italia, il senatore Antonio D’Alì.

La scelta di Fazio di abbandonare la campagna elettorale è ovviamente legata all’inchiesta giudiziaria sui fondi per i trasporti marittimi delle procure di Trapani e Palermo. Appena ieri i pm hanno depositato depositato al Tribunale del Riesame il ricorso contro il provvedimento del gip che lo scorso 3 giugno ha revocato gli arresti domiciliari per l’ex primo cittadino. Nell’indagine sono coinvolti l’armatore Ettore Morace (che era finito in carcere) ma anche la senatrice di Ap, Simona Vicari, che si è dimessa da sottosegretaria ai Trasporti, e il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, iscritti nel registro degli indagati per corruzione.

Fazio, invece, era finito ai domiciliari il 19 maggio scorso, per poi tornare in libertà il 3 giugno. Subito dopo la revoca della misura, aveva sondato i suoi sostenitori decidendo di continuare la campagna elettorale. Ieri quindi aveva esultato dopo incassato il maggior numero di voti tra i candidati sindaco, nonostante i 16 giorni trascorsi ai domiciliari. “Sono felice per la manifestazione di affetto dei trapanesi. Ritengo che se non fossi stato raggiunto dal provvedimento cautelare avrei vinto al primo turno”, aveva commentato. Ora che la procura ha di nuovo chiesto di metterlo agli arresti, però, ecco che Fazio ha preferito fare un passo indietro.

Il bello è che anche in questa situazione, l’ex sindaco di Trapani non ha rinunciato a fare uno sgarbo al suo acerrimo nemico, il senatore D’Alì. Se avesse rinunciato al ballottaggio con una lettera formale inviata alla commissione elettorale circondariale, al secondo turno sarebbe approdato proprio D’Alì, che si è piazzato terzo dietro al dem Savona. “Il caso è disciplinato dall’art.9 della legge del ’92, in caso di dimissioni di uno dei due candidati al ballottaggio subentra il terzo”, spiega la dirigente dell’ufficio del dipartimento Autonomie locali della Regione Sicilia, Margherita Rizza, che ha studiato la normativa in queste ore, non essendoci un precedente recente al caso Trapani.

Anche con l’approdo di D’Alì al secondo turno, tra l’altro, la situazione politico giudiziaria della città non sarebbe stata priva di ombre. Il 23 settembre 2016, infatti, la corte d’Appello di Palermo ha assolto il senatore dall’accusa di concorso esterno a Cosa nostra, ma solo per i fatti successivi al 1994, mentre dichiarava prescritti quelli precedenti, confermando quindi la sentenza di primo grado. Sulla situazione giudiziaria di D’Alì deve esprimersi la Cassazione, mentre il 18 maggio 2017 la Dda di Palermo ha chiesto al tribunale la misura del soggiorno obbligato a Trapani per il senatore forzistaì, in quanto “socialmente pericoloso“: la richiesta degli inquirenti verrà discussa a luglio. Per allora, forse, Trapani avrà un sindaco senza pendenze giudiziarie. Considerata la situazione della vigilia non era per niente scontato. Ovviamente c’è anche un’altra possibilità: che i trapanesi votino comunque Fazio. Che dimettendosi dopo la vittoria azzererebbe tutto aprendo la strada a un commissario e quindi a nuove elezioni. Ipotesi altamente improbabile ma considerando come è andata la campagna elettorale trapanese, mai dire mai.

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