Fq MillenniuM è vietato su Facebook. L’azienda ha rifiutato la campagna promozionale del secondo numero del mensile dell’Editoriale Il Fatto, dedicato alla voglia di Uomo Forte, perché sulla copertina appaiono, in piccolo e in posizione defilata, due donne a seno (semi) nudo e con la testa di scimmia. Nulla di particolarmente erotico, come potete vedere: la copertina è un’opera dell’artista Max Papeschi, a cui il mensile dedica un lungo servizio nella sezione “La fantasia al potere”.

Il censore dell’azienda di Mark Zuckerberg si è fatto vivo sotto forma del contestato software che identifica e blocca i contenuti giudicati inappropriati. “Dal momento che non rispetta le nostre Normative pubblicitarie, la tua inserzione non è stata approvata”, è il messaggio automatico arrivato dall’azienda. “Non consentiamo la pubblicazione di inserzioni che contengono immagini di nudo, anche se non di natura sessuale. Ciò comprende l’uso di immagini di nudo a scopo artistico o educativo”. Da qui la “soluzione”: “Ti consigliamo di usare un’altra immagine o un altro video diversi e di verificare che anche il link di destinazione rispetti tale regola”.

Quella copertina, però è già in edicola da sabato. Niente campagna, dunque. Eppure quella accettata da Facebook, mezzo potentissimo che consente di arrivare ‘nella vita’ di tantissime persone in maniera veloce ed efficace, per il primo numero di Fq Millennium ha fatto conoscere la nuova testata di inchiesta e approfondimento a 400mila utenti. Che stavolta non potranno essere informati su temi di grande attualità, come la macchina della propaganda di Putin in Russia, svelata da infiltrati che hanno lavorato negli uffici off limits che inondano il web di notizie, e spesso fake news, che esaltano le gesta del Cremlino e ne mettono in cattiva luce gli avversari, a partire dalla “debole” Europa troppo tollerante con gay e migranti. Tema sul quale l’anticipazione pubblicata da ilfattoquotidiano.it ha scatenato una valanga di commenti.

Naturalmente ci siamo appellati alla decisione presa da una macchina programmata per censurare ogni immagine di nudo. Sperando che al nostro appello risponda una persona fisica che sappia decidere ‘umanamente’ e ripristinare la nostra campagna.

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