Matteo Renzi apre e fissa i suoi obiettivi, Giuliano Pisapia lancia la sfida. “Faccia le primarie se davvero vuole la coalizione di centrosinistra, poi vediamo chi vince”, ha detto il fondatore di Campo Progressista ed ex sindaco di Milano. “Dopo mesi in cui ci stiamo impegnando nella costruzione di un nuovo centrosinistra radicalmente innovativo, ampio e aperto, in cui siano rappresentate le tante anime dell’ambientalismo, della sinistra, del civismo, dell’associazionismo, del volontariato laico e cattolico – spiega Pisapia – in discontinuità col passato, leggo di una proposta da parte del segretario del Pd quantomeno insolita”.

L’occasione è stato un incontro a cinque durante la festa di Radio Popolare, a Milano, al quale era presente anche Emanuele Fiano. Il riferimento, invece, è alle parole di Renzi al Corriere della Sera: “Alla Camera il premio al 40% consente di tentare l’operazione maggioritaria, anche se non è facile. Con le forze alla sinistra del Pd siamo alleati in molti Comuni dove ora si vota – spiega il segretario del Partito Democratico – Pisapia ha fatto per cinque anni il sindaco di Milano con il contributo fondamentale del Pd. Noi ci siamo; vediamo che farà lui”.

La risposta non si è fatta attendere, anche se al leader di Campo Progressista non sfugge la tempistica con cui Renzi è tornato a guardare a sinistra: meno di quarantotto ore dal naufragio del patto sulla legge elettorale. “Un’apertura che sarebbe arrivata poche ore dopo il tentativo fallito della segreteria del Pd di far approvare, in accordo con Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle, una legge elettorale che avrebbe portato all’ingovernabilità o a larghe intese con la destra – ha continuato il leader di Campo Progressista – Rimango sempre favorevole al dialogo, ma tenendo fermo il punto che qualsiasi alleanza con il centrodestra è contro i nostri valori oltre che un inganno agli elettori”.

Secondo Pisapia, solo passando attraverso le primarie si può arrivare ad avere una coalizione di centrosinistra “ampia e unita, che possa governare in futuro, ma ci vuole una discontinuità importante da parte del Pd rispetto a quanto fatto fino ad ora”. “Crediamo nel centrosinistra e stiamo lavorando per uno innovativo e capace di unire tutte le diverse anime – ha aggiunto – anche perché da solo il Pd non è autonomo“. Le basi, ha concluso, dovrebbero passare attraverso attraverso “un percorso per approvare lo Ius soli, il reato di tortura, una legge sulle disuguaglianze e il codice antimafia”. Queste le “priorità per i prossimi sei mesi di Parlamento, poi si va ad elezioni”, è il suo monito.

Il segretario dem non ha risparmiato anche l’ennesima stoccata a Massimo D’Alema e ai fuoriusciti dal partito: “E’ uscito dal Pd contro di me; non credo adesso voglia fare coalizione. Comunque non dipende dalle persone ma dai contenuti”. Che secondo Renzi dovrebbero essere: “Tagli all’Irpef, periferie, lotta alla povertà, Jobs Act. Non ho niente contro i fuoriusciti – conclude – Credo però che alcuni faranno fatica anche a tornare alle feste dell’Unità”.

E’ arrivata subito anche la risposta di Pier Luigi Bersani in un’altra intervista a La Stampa: “Gli consiglio di non perdere tempo in improvvisazioni tattiche o furbizie. Noi con Pisapia stiamo lavorando a un centrosinistra in netta discontinuità con il Pd degli ultimi anni. E non sarà Renzi a dare le carte in questa nuova stagione, non si affanni, per lui è fatica sprecata“.

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