Eventi annullati se non ci sono i massimi livelli di sicurezza. È questo il primo effetto dei fatti di Torino, dove una psicosi collettiva ha causato più 1.500 feriti durante la proiezione della finale di Champions League. A ordinare controlli più stringenti sugli eventi è il ministro degli Interni, Marco Minniti. “Di fronte ai feriti di Torino e a chi è ancora in ospedale, l’impegno che dobbiamo prendere tutti è che le istituzioni devono coralmente creare le condizioni perché certi fatti non succedano più. Se non ci sono i requisiti non si farà l’evento. Se l’evento non garantisce il livello massimo di sicurezza è chiaro che non può farsi. Il nostro obiettivo è permettere tutti i 1700 eventi in programma per l’estate in un contesto di tranquillità”, ha detto il titolare del Viminale a un evento sulla terrazza del sede del Pd.  

“A Torino – ha aggiunto – è evidente che non ha funzionato qualcosa. Noi dobbiamo comprendere una cosa evidente, che abbiamo a che fare con un rapporto sempre più complicato tra qualunque evento pubblico e due principi: la salvaguardia delle persone e la sicurezza”. Secondo il ministro “i terroristi hanno in testa un’idea: dove colpiamo provochiamo danno e nella maniera più efferata perchè dobbiamo trasmettere un messaggio di paura. Una democrazia impaurita è più debole, è più fragile”.  Quindi, prosegue, “dobbiamo agire per affrontare il nodo cruciale che è quello della paura. Ma con la parua non si può giocare. La paura è un sentimento e la cosa peggiore che si possa fare è biasimare coloro che hanno questo sentimento. Compito del ministro, di una grande forza riformista è stare vicino a chi ha paura. Ma l’obiettivo è quello di liberarli dalle paure. Questa è la differenza tra una grande forza riformista e i populisti che vogliono le persone prigioniere  della paura”.

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