Non ci sono limiti al vagare inquieto delle leggende metropolitane, quelle che sfidano ogni fantasia. Basta l’inciampo di un ricordo, un nome leggermente alterato, o perfino la squisita malizia del parlar bene ai massimi livelli, per dare al pettegolezzo il luccichìo di una lama affilata.

Anche il quartiere sussulta quando una vicenda, narrata almeno una volta da tutti, si espande a macchia d’olio nella memoria collettiva e diviene parte operante e indiscutibile delle “verità” di quartiere. Quando poi l’evento si rivela sconcertante, allora viene spontaneo chiedere a chi lo racconta “Chi te l’ha detto che è andata così?” La risposta è sempre “Ma come, lo sanno tutti…”.

Si tratta della figlia minore del farmacista, Lucia che 20 anni fa avrebbe subito una delicata operazione al cuore. Occorreva trovare subito un cuore sano per il trapianto. Trascorsi altri tre giorni Lucia sarebbe morta. La famiglia si era dichiarata disposta a vendere la casa per acquistare un cuore che avrebbe ridato speranza vera di vita alla figlia. Ma i tre giorni critici decretati dai medici erano ormai trascorsi e Lucia rischiava ormai apertamente di morire. Poi è successo che Valerio, il suo giovane amore, proprio verso la fine del terzo giorno si è schiantato con la motocicletta contro un camion proprio mentre andava a trovare la ragazza all’ospedale e i genitori hanno consentito che il cuore fosse messo a disposizione di Lucia per il trapianto.

Naturalmente a Lucia non è stato detto nulla se non che Valerio era partito per una missione umanitaria all’estero e così da vent’anni il cuore di Valerio pulsa nel petto di Lucia e Lucia aspetta fedelmente il ritorno del suo primo, grande e unico amore. A chi le dice che dopo tanto tempo sarebbe giusto dimenticare il suo ragazzo, Lucia risponde che la sua sensazione profonda, quella che l’aiuta da sempre nell’attesa è che Valerio non si sia mai allontanato da lei, che lo sente vicino. Talvolta ha perfino la sensazione che la sfiori, che sia lì accanto a lei, non solo nella sua mente.

“La presenza di Valerio è così viva che l’idea di avvicinarmi a qualsiasi altro uomo mi allontana da me stessa, non riesco neppure a immaginarmi capace di non aspettarlo, di dimenticarlo“. Così, misteriosamente, per una delicata alchimìa di amorosa omertà, gli abitanti del quartiere da oltre vent’anni mantengono e proteggono il segreto e Lucia vive la propria fiaba crudele offrendo a tutti un’espressione gioiosa del volto, quasi volesse rassicurare ognuno che il suo amore un giorno sicuramente tornerà e sarà felice che lei abbia saputo aspettarlo.

Qualcuno ormai da anni posa un fiore sul luogo dell’incidente e nessuno è mai riuscito a scoprire di chi è quella mano misteriosa che ogni giorno offre agli abitanti del quartiere una memoria della più incredibile storia d’amore mai narrata dalle voci anonime del quartiere. C’è anche chi, come la portiera dello stabile 123, sussurra che forse quello di Valerio non è stato un incidente, ma un volontario dono d’amore. Del resto tutti lo avevano visto piangere quando, accendendo il motore della sua moto, aveva sussurrato parlando a tutti e a nessuno. “Vi saluto, vado a dire addio a Lucia”.

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