“L’impegno e la motivazione che dimostrano sia nell’apprendere le procedure rianimatorie sia nel lavoro di squadra. È questo a sorprendermi ogni volta che vedo i miei specializzandi a lavoro durante una simulazione”. A parlare è il professor Giovanni Federico, della Scuola di Specializzazione di Pediatria, Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa. La sua squadra è una delle 34 coinvolte nelle prime olimpiadi italiane di pediatria, i “Pediatric simulation games“, che si terranno a Roma dall’8 all’11 giugno presso il Dipartimento di Pediatria della Sapienza. “La maggior parte delle simulazioni sono state eseguite su un manichino neonatale ad alta fedeltà, Nina. Potenza dell’informatica, dell’elettronica e soprattutto dell’immaginazione: Nina, si è trasformata in un 17enne, tatuato, reduce da un rave party, in coma per overdose da oppioidi”.

L’affiatamento, il senso del “gruppo”. E’ questa la realtà del pronto intervento, amplificata oltre misura se il paziente è un bambino. I giochi vedranno coinvolti team di pronto soccorso da tutta Italia, composti ognuno da 6 specializzandi. Scopo di queste simulazioni di primo intervento, incentivare, al severo cospetto di tre giudici internazionali lo sviluppo delle tecniche più avanzate ed efficaci della pediatria d’urgenza, così da spingere gli specializzandi a migliorare il proprio livello di bravura e affidabilità, anche in vista di eventuali “rivincite” negli anni successivi.

A organizzare la maxi competizione sono la Simeup (Società italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza pediatrica), la Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università degli Studi di Roma “la Sapienza”, il Cequam (Centro di Ricerca per la valutazione della Qualità in Medicina e medicina di Genere) e la Sip (Società italiana di Pediatria), in collaborazione con Onsp, Siaip, Sinp, Simri, (il significato degli acronimi è disponibile sul sito Simeup e nella documentazione allegata).

“Queste Olimpiadi – spiega il presidente Simeup Riccardo Lubrano – mettono i ragazzi nella condizione di confrontarsi sulle buone pratiche attraverso l’applicazione delle più moderne linee guida di diagnosi e terapia, e non in un clima di autoreferenzialità, in quanto verranno valutati da tre fra i maggiori esperti internazionali nel campo dell’urgenza pediatrica. Un percorso di formazione prezioso e fondamentale, oggi più che mai, soprattutto alla luce dei più recenti casi di cronaca che hanno coinvolto la salute dei bambini, dai vaccini alle cure omeopatiche”.

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