Dai benefit agli asili nido: da oggi Ilfattoquotidiano.it racconta le storie di aziende virtuose che hanno deciso di sviluppare forme di welfare interno a sostegno dei propri lavoratori. Sempre verificando le descrizioni degli imprenditori con le rappresentanze sindacali.

Orario flessibile, formazione continua, bibite e caffè gratis in azienda, parcheggio gratuito estratto a sorte e calendario personalizzato in vista delle feste. Arianna Spa è nata come piccola e giovane start-up padovana specializzata nella progettazione e produzione di corpi illuminanti a Led. E da oltre 8 anni è impegnata in un programma di welfare aziendale per tutelare i suoi dipendenti: “Sono certo che senza questo tipo di soluzioni non saremmo nemmeno sopravvissuti”, racconta il fondatore 36enne, Alberto Giovanni Gerli.

Tutto è nato nel 2008, grazie al deposito di un brevetto. “Stavo ascoltando M’illumino di meno durante la trasmissione Caterpillar su Radio Rai 2 – ricorda Gerli – Si parlava di illuminazione a Led e risparmio energetico. Così pensai che si poteva trovare il modo di combinare l’efficienza e il risparmio con il comfort visivo”. Applicando il principio ottico proprio dei telescopi all’illuminazione stradale, Gerli brevetta così un “nuovo modo di illuminare a Led: la riflessione totale”.

Arianna pone le sue basi proprio sul brevetto. Ma non solo. “Lavorare per una start-up porta con sé una buona dose di rischio e incertezza. Chi sceglie di farne parte abbraccia dinamicità e tensione”, spiega il fondatore. Componenti che devono essere bilanciate da una serie di vantaggi. A fronte della stabilità viene proposto così un ambiente di lavoro che possa mettere a proprio agio i dipendenti e benefit per migliorarne la quotidianità.

In Arianna, ad esempio, il caffè e le bibite sono gratis e a disposizione di tutti, c’è l’abitudine di festeggiare insieme i successi e c’è grande flessibilità di orario. In più il piano ferie viene personalizzato: si cerca di accogliere il più possibile le esigenze dei singoli dipendenti, siano genitori con bambini piccoli, siano lavoratori che arrivano da più lontano. E così, insieme, si costruisce un piano ferie comune. Inoltre i destinatari degli unici 4 posti auto gratuiti a disposizione in azienda vengono estratti a sorte ogni mese.

“Sono piccole cose che però, messe insieme, fanno la differenza”. A questo tipo di welfare legato al posto di lavoro se ne aggiunge poi un altro connesso alla capacità di attrarre talenti e persone qualificate residenti in altre città. Entrano così in gioco le strategie di smart working o telelavoro e, in alcuni casi, incentivi che vanno fino al rimborso totale delle spese di alloggio e trasporto.

E l’azienda ha raccolto buoni risultati. Nel 2012 Arianna è entrata a far parte del gruppo Carel, uno dei leader mondiali nelle soluzioni di controllo per il condizionamento, la refrigerazione e il riscaldamento. Ma il trend non è cambiato. “Questo tipo di welfare è sempre stato parte del nostro dna  – continua Gerli – Anzi, si è formato nel tempo grazie ai suggerimenti di tutti”. Naturalmente si tratta di aziende molto diverse come dimensioni: Arianna conta una dozzina di dipendenti; Carel, solo in provincia di Padova, oltre 600. Tutto questo si riflette necessariamente anche sulle agevolazioni per i lavoratori. La sostanza, comunque, non cambia. Anche in Carel, infatti, vige un sistema di welfare basato su flessibilità d’orario, indennità al congedo parentale, anticipazione del tfr. Passando per iniziative come il plafond da 15mila euro come contributo per l’iscrizione all’asilo nido per i figli dei dipendenti, fino alle borse di studio (sempre da 15mila euro) per supportare i giovani meritevoli, dalle scuole medie all’università.

Un percorso, questo, condiviso dai sindacati. L’ultima trattativa, durata sei mesi, ha portato ad un’intesa economica migliorativa per circa 150 euro, partendo dai princìpi del contratto nazionale siglato unitariamente nel 2008 da Fiom, Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. “L’accordo è stato approvato quasi all’unanimità”, spiega Loris Scarpa, segretario generale Fiom di Padova. “Ogni anno, in più, l’azienda assorbe tra 10 e 12 lavoratori precari già presenti, portando così ad una crescita dei contratti a tempo indeterminato”.

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