Un solo bambino straniero non accompagnato che è arrivato nel nostro Paese è stato ricollocato in un altro Paese dell’Unione europea. In teoria avrebbero dovuto essere 5mila. Inoltre solo l’11 per cento degli obblighi assunti sono stati rispettati, ovvero sono stati ricollocati 17.903 richiedenti asilo (5.920 dall’Italia e 12.490 dalla Grecia). Dati che impallidiscono di fronte all’impegno degli Stati membri che nel 2016 avevano stabilito che sarebbero stati ricollocati 160mila migranti ora in Italia e in Grecia. Niente di tutto questo è stato fatto. A dirlo ufficialmente è una risoluzione approvata il 18 maggio scorso in seduta plenaria a Strasburgo dal Parlamento Ue. “L’Aula”, ha dichiarato il presidente Antonio Tajani, “ha detto molto chiaramente che le decisioni sui ricollocamenti vanno rispettate, chiedendo anche procedure di infrazione per gli Stati che ancora non adempiono. Vigileremo perché si vada in questa direzione”.

Nella risoluzione si legge anche che, il numero di impegni “è in generale nettamente superiore al numero di persone effettivamente ricollocate”. Ad esempio in Grecia: “Finora sono stati registrati 26.997 richiedenti ammissibili, mentre gli Stati membri si sono formalmente impegnati a fornire 19.603 posti per la ricollocazione”. Caso simile all’Italia, dove finora sono stati registrati 8.000 richiedenti ammissibili, mentre gli Stati membri si sono formalmente impegnati a fornire 10.659 posti; che il numero di impegni è in generale nettamente superiore al numero di persone effettivamente ricollocate”.

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