Chiedo scusa a Papa Francesco se definisco “la madre di tutte le emergenze italiane” la corruzione, so bene che non è madre, ma figlia del lassismo politico e della mancanza di ideali della gran parte dei nostri politici, tuttavia è un modo per dire che la corruzione è diventata ormai, nel campo politico la principale emergenza del nostro paese, per certi versi persino più importante della crisi economica e della mancata approvazione di una nuova legge elettorale.

Il popolo italiano è costretto da anni ormai a sopportare una classe politica che è in gran parte impegnata nella difesa dei propri interessi, privilegi e, spesso, loschi affari. Per rendersi edotti sull’estensivo, ma capillare, livello cui sono giunti gli intrighi e il malaffare di questi “artisti” dei guadagni illeciti basta leggere il numero del 14 maggio scorso del settimanale L’Espresso nell’articolo-inchiesta denominato Al Supermarket delle sentenze nel quale si può trovare un vero sommario casistico, quasi un inventario, di tutti i possibili intrecci che consentono a chi ottiene certi incarichi dal Potere di far soldi ovunque ve ne sia opportunità.

Chi legge Il Fatto quotidiano ha già l’opportunità di conoscere l’ampia rassegna quotidiana dei misfatti che le “loro eccellenze” si producono a fare (a modo loro) per guadagnare per se e per le loro “famiglie” pane e companatico. Onorevoli, avvocati, imprenditori, amministratori pubblici e privati, tutti dentro fino al collo (e talvolta anche di più) nel guano puzzolente di attività illegali o che comunque hanno interessi diversi  e per niente decorosi da quelli che questi personaggi dovrebbero avere.

Le modalita’ usate da questi stakanovisti degli intrallazzi sono infinite, ma per fortuna abbiamo ancora qualcuno che ce le racconta e ci consente di conoscerle al meglio. “Il nostro legale va lì e negozia una decina di cause, dice Bocchino a Romeo”: è quanto si legge nel sottotitolo di u’inchiesta de l’Espresso. “Se i sospetti degli inquirenti fossero confermati, sarebbe un colpo al cuore della giustizia amministrativa e a un pezzo fondamentale del sistema giuridico nazionale”, dicono gli autori dell’articolo.

Ma quando i giornalisti d’inchiesta vanno a chiedere conferma agli interessati, loro, e tutti gli amici, soci, compagni, camerati, ecc. sono sempre tutti d’accordo a dire che sono “chiacchiere da bar” e che loro non partecipano allo sport di buttare fango sugli altri, loro sono garantisti. “Fino a sentenza definitiva tutti devono essere considerati innocenti, lo dice la Costituzione”.

Cioè, quella stessa Costituzione che, di colpo, ha cessato di essere “la più bella del mondo” perché non consente di avere una maggiore governabilità. Fanno finta di non sapere che certi livelli di governabilità si hanno solo nelle monarchie assolute e nelle dittature. Dimenticano persino che nemmeno Obama, presidente eletto dal popolo, capo del governo e capo dello Stato americano aveva tanto potere.

Il potere, in democrazia, è da dividere con gli altri poteri dello Stato. In primis il Parlamento, che è eletto dal popolo e ha il compito di fare le leggi che tutti, compresi gli stessi estensori, devono osservare. I “nostri eroi” invece trovano più “democratico” aspettare la sentenza di terzo grado per essere sinceri garantisti e fare chiarezza nel rispetto della legge che deve essere uguale per tutti. Nel frattempo, per evitare certi imbarazzi e con l’aiuto di qualche parlamentare leguleio arruolato allo scopo, si può cambiare la legge stessa rendendo legale ciò che prima non lo era.

Come accadde per esempio sul “falso in bilancio” grazie all’operato dei governi Berlusconi e come accade da circa un anno per i reati minori di truffa e di ricatto depenalizzati dal governo Renzi (allo scopo di sfoltire le cause pendenti, dicono). I reati minori sono però proprio quelli che più frequentemente interessano il cittadino comune. Quindi si avranno meno processi e più reati di quel tipo  sui quali il cittadino resterà sostanzialmente senza difesa.

In ogni paese civile tutti penserebbero che, per risolvere una situazione di così ampio e diffuso malaffare  (non si può dire “illegalità quello che la legge non vieta) bisognerebbe punire più severamente e più diffusamente questi fatti legiferando in materia. Infatti, il governo e il Parlamento stanno proprio discutendo questa materia per limitare gli inquirenti sulle intercettazioni, per restringere la libertà d’azione dei giudici e per infischiarsene se i cittadini non sono protetti dalla massa di leggi inutili, malfatte e autoprotettive che governo e Parlamento sfornano sempre in fretta e in abbondanza quando ricadono nel loro interesse.

Ma è del tutto inutile parlare ora dell’insopportabile livello di corruttela che sommerge il nostro paese, lor-signori hanno cose più importanti da discutere attualmente: il Mattarellum, il Consultellum. Il semi-maggioritario esteso alle confraternite di palazzo o il semi-proporzionale rettificato sulle soglie di sbarramento verticali. La fantasia non manca se l’obbiettivo è la conquista del potere.

Con un Parlamento che legifera a sprone battuto, ma è ancora quello eletto col Porcellum. Con un ex-premier che smania dalla voglia di tornare a Palazzo Chigi per comandare e con una massa di parlamentari camerieri che invece di ascoltare i bisogni e la rabbia crescente della popolazione delusa si affanna a discutere delle suddette boiate invece di fare rigorosa pulizia al suo interno, c’è qualcuno che può davvero sperare qualcosa di buono nella prossima legislatura?

Dicono che gli investitori non vengono in Italia per la troppa burocrazia. La devastante corruzione invece non conta niente?

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