Quella che viviamo, più per necessità che per scelta, è un’epoca in cui il possesso fa sempre più spazio all’utilizzo. In ogni aspetto della vita quotidiana, mobilità compresa. Non dovrebbero stupire più di tanto, dunque, i numeri da record diffusi dall’Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria) riguardo al fenomeno dell’auto condivisa: lo scorso anno i “tesserati”, ovvero gli iscritti, ai vari programmi di car sharing nel nostro Paese hanno ampiamente (1.080.000) superato la soglia del milione, in aumento del 70% rispetto al 2015.

In particolare, il parco auto destinato alla cosiddetta utenza “mordi e fuggi” è composto da circa seimila vetture, che secondo i dati diffusi hanno dato vita a 6,27 milioni di noleggi nel 2016. Con le grandi città a farla da padrone: ben l’80% di questi, infatti, sono stati effettuati a Roma e Milano, mentre il volume d’affari è in netta crescita anche a Torino e Firenze. Secondo lo studio di Aniasa, poi, per ogni due auto condivise ce ne sarebbero in circolazione nove private in meno.

Secondo un’indagine effettuata via web su un campione di duemila persone, ad usufruire dei servizi di car sharing sono soprattutto gli uomini dall’età media di 38 anni, che vivono nel cuore o nelle zone semi-centrali delle grandi città e si spostano soprattutto per ragioni lavorative utilizzando il servizio preferibilmente una volta alla settimana soprattutto in orari che vanno, tra il lunedì e il venerdì, dalle 9 alle 12 del mattino. Mentre nel week end il picco è pomeridiano, tra le 16 e le 19.

Per evitare, infine, eventuali disservizi, gli utenti preferiscono non affidarsi ad un unico operatore ma diversificare il “rischio”, abbonandosi a due o più programmi. Rimanere a piedi non piace a nessuno.

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