L’altro ieri uscendo di casa. Verifico sul cellulare quando passerà il mio autobus: fra 12 minuti. Ho il tempo di prendere una spremuta al bar. Orologio in mano, ci metto 5 minuti; esco dal bar e vedo con orrore … il mio autobus laggiù, già in arrivo alla fermata. Corro. Faccio segnali al conducente: “Aspettami!”. Lo prendo giusto in tempo.

Ieri mattina, la mia app (RomaBus Memovo) indica un tempo d’attesa più lungo: 16 minuti. Troppo: vado a piedi! Ma appena allontanato, sento alle mie spalle un rumore lontano: è lui, sornione. Altra corsa, altri segnali al conducente, altra sudata, altro sospiro di sollievo. È un periodo fortunato. Non va sempre così. Quante volte mi sono incamminato, magari dopo lunghe attese, credendo alla mia app, solo per vedermi sfilare l’autobus davanti; quante volte ho scelto erroneamente di prendere l’autobus più scomodo e che mi lascia più lontano da casa; ecc.

Oggi la app annuncia 7 minuti, ma l’autobus passa subito. Salgo e continuo a fissare il cellulare, che non cambia idea per tutto il tragitto: questo autobus passerà di qui fra 7 minuti. Un ragazzo mi guarda con commiserazione: “No, guardi, è inaffidabile: io ho smesso di guardarlo!”. Il fatto è che qualche volta ti dice anche la verità… perciò non sai mai se credergli! Per la cronaca, i dati a tutte le app e alle bacheche luminose delle fermate sono forniti dalla società Roma Servizi per la Mobilità S.r.l.: applausi.

Secondo l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici di Roma Capitale i passeggeri trasportati dai mezzi pubblici di superficie a Roma sono 973 milioni all’anno. (Uno che prende l’autobus 2 volte al giorno viene contato come due passeggeri). Se stimiamo in 5 minuti il tempo perso ogni giorno (30 ore l’anno) da ogni “passeggero” a causa di questi malfunzionamenti, ne ricaviamo 222.140 ore perse, pari circa 29.600 giornate di lavoro. Come se ogni giorno 29.600 lavoratori venissero sequestrati. Ok, non tutti lavorano; e il tempo perso dai ‘lavoratori’ può essere in realtà sottratto al tempo libero. Ma anche il tempo libero ha un valore. Dunque il ‘conto’ è salato. I “passeggeri” degli autobus romani, secondo le mie stime (grossolane) producono mediamente (chi niente chi tanto) valore aggiunto per 22,5 euro l’ora. La perdita è dunque 22,5 x h.7,5 x 29.600 = 5 milioni di euro ogni giorno, che potremmo salomonicamente ripartire fra “Pil potenziale” perso e ‘benessere’ (valore del tempo libero) perso dai cittadini. E lasciamo perdere l’incazzatura quotidiana.

Cos’è questo ‘Pil potenziale’? Pil che non si materializza. Con la crisi di domanda (la gente non spende) che c’è in giro, un aumento di produzione dei romani oggi resterebbe invenduto, o farebbe aumentare l’invenduto di altre imprese, non romane. Perciò la perdita di Pil per ora non è reale: la perdita è tutta di tempo libero. Resta il fatto che la gente perde un sacco di tempo inutilmente. Date le moderne tecnologie, non ci vorrebbe molto per sistemare questa cosa: solo un po’ di attenzione al punto di vista dell’utente.

Articolo Precedente

Taormina, metal detector e posti di blocco. La città si prepara al G7

next
Articolo Successivo

Milano, il don fa il saluto romano alla commemorazione del rapinatore di estrema destra

next