Hearst Italia ci dà un taglio con la Penisola e trasferisce in Svizzera, a Chiasso, tutte le sue attività digitali italiane, a partire dalle edizioni online delle sue testate italiane. Lo riferisce Italia Oggi spiegando che “da inizio 2017 è partito il trasferimento da Milano in Svizzera ‘dei contenuti digitali dedicati a elle.it, marieclaire.it, cosmo.it, gioia.it e elledecor.it, così da favorire la fertilizzazione delle competenze e dei talenti digitali in una struttura focalizzata al 100% sullo sviluppo del business'”. Tra i vantaggi dell’operazione, tutto da valutare quello fiscale, così come quello dei rapporti con i giornalisti che cambieranno tipo di contratto passando da quello italiano della Federazione italiana editori (Fieg) a quello meno vincolato della Confederazione elvetica.

“Il rischio è che Hearst Italia faccia da apripista ad altri editori. Così come per prima ha utilizzato un anno e mezzo fa le norme della legge Fornero sul licenziamento economico per mandare via il caporedattore di Marie Claire, Alba Solaro“, sottolinea un post di Daniela Stigliano, membro della Giunta federale del sindacato nazionale giornalistico, la Fnsi, ricordando che i giornalisti della sede milanese di Hearst “non avevano trovato una stabilizzazione definitiva. E che adesso avranno contratti svizzeri (da collaboratori?) e quindi meno vincoli rispetto a quello Fieg”.  Ma la domanda più preoccupante è: “gli altri editori della Fieg, che subiranno un innegabile dumping contrattuale e previdenziale, resteranno a guardare o seguiranno l’esempio di Hearst?”.

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