Togliere le risorse agli istituti paritari e smantellare la Buona Scuola di Matteo Renzi? Gli iscritti del Movimento 5 stelle sono chiamati a votare in rete sul programma di governo 5 stelle in merito all’istruzione. Dopo le varie consultazioni su, tra le varie cose, trasporti, esteri e difesa, continuano i referendum online dei grillini per una scrittura partecipata del piano. “In virtù della sofferenza in cui versa oggi la scuola statale”, si legge sul blog di Beppe Grillo, “il M5s ritiene fondamentale stabilire un ordine di priorità nell’assegnazione delle risorse”: “I primi due quesiti sui quali vi chiediamo di esprimervi riguardano proprio questo tema: è giusto tutelare la gratuità della scuola dell’obbligo e ridestinare alle scuole statali le risorse attualmente stanziate per le scuole paritarie? Ed è giusto rimettere in discussione la legge del 2000 che ha istituito la parità scolastica?”.

Per il M5s il contributo “volontario” chiesto all’iscrizione alla scuola pubblica è ” una vera e propria tassa occulta che, di fatto, fa venir meno il principio della gratuità della scuola dell’obbligo”. Per il M5s “le scuole paritarie gestite dai privati, che già chiedono ai loro utenti il versamento di una retta, ricevono dallo Stato circa 500 milioni di euro di finanziamenti pubblici ogni anno, senza contare gli ulteriori finanziamenti indiretti”. Intendiamoci, chiarisce il blog, “il M5s riconosce il servizio che molte di queste scuole svolgono sul territorio nazionale; allo stesso tempo però occorre tener presente che, oggi, alle famiglie dei ragazzi che frequentano le scuole statali viene richiesto di versare un contributo “volontario” all’atto dell’iscrizione”.

I 5 stelle chiedono anche agli iscritti di esprimersi “sulla cosiddetta “Buona Scuola” di Renzi, la peggiore riforma dell’istruzione di tutti i tempi” e annunciano: “il M5s vuole smantellarla punto per punto e voi ci direte da dove iniziare”. In vista della scrittura del programma il M5s chiede alla base di votare sulle priorità, dai “super poteri ai presidi”, dalla chiamata diretta fino al sistema di valutazione dei test Invalsi che “accresce la competizione tra alunni” e “penalizza le scuole svantaggiate”. “Il motore del cambiamento sono e saranno sempre i docenti che, nonostante tutto, in questi anni hanno garantito al nostro Paese un sistema scolastico di grande valore. I docenti hanno resistito a decenni di politiche scolastiche sbagliate e calate dall’alto; è arrivato il momento di valorizzarli, eliminando la precarietà e aumentando gli stipendi, che oggi sono tra i più bassi d’Europa. Chi è in difficoltà viene lasciato indietro e chi potrebbe eccellere viene trascurato. Vogliamo eliminare i danni della legge Gelmini e guardare avanti, alle sfide del mondo di oggi”.

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