Cento anni dopo l’apparizione della Madonna, Papa Francesco proclama santi Francisco e Giacinta Marto proprio nel santuario di Fatima, il piccolo borgo in Portogallo dove i due pastorelli furono testimoni del fatto miracoloso insieme alla cugina Lucia. Durante la messa nel santuario il Papa ha infatti letto la formula canonica che li iscrive nel registro dei santi. I due fratellini, morti entrambi bambini, erano già stati beatificati da papa Woityla, il 13 maggio 2000. La terza bambina presente, Lucia è l’unica diventata adulta: è morta nel 2005 ed è ancora in corso il suo processo di beatificazione. I fratelli Marto, a 9 e 7 anni, furono rapiti dal sindaco Artur Santos che chiese loro di mentire sulle apparizioni mariane, raccontando loro di aver bruciato la cugina Lucia e minacciando di fare altrettanto con loro. Ma i bambini si rifiutarono di farlo, e questo, per la Chiesa, è una dimostrazione di “eroicità“, condizione necessaria per proclamarli santi.

Il Papa, nella mattina di sabato, ha incontrato il premier portoghese Antonio da Costa; ha poi salutato una famiglia di profughi palestinesi, i Dardir, che aveva conosciuto due anni fa nel Cara di Castelnuovo di Porto, vicino Roma. Durante la messa di canonizzazione, il Pontefice ha rivolto un pensiero particolare “ai detenuti e i disoccupati, i poveri e gli abbandonati” e ha messo in guardia da “questa indifferenza che ci raggela il cuore e aggrava la nostra miopia”. Anche il vescovo di Leiria, mons. Antonio Marto, ha fatto un riferimento all’attualità, con l’auspicio che Bergoglio sia “in grado di abbattere muri di separazione, di costruire ponti d’incontro tra gli uomini e i popoli, di essere la voce di coloro che non l’hanno”.

Venerdì, appena atterrato in Portogallo, aveva incontrato il presidente Marcelo Rebelo, in una sala della Torre di controllo. Bergoglio ha dichiarato ai giornalisti che il suo è un “viaggio di preghiera per la fine di tutti i conflitti”. Durante il suo primo discorso aveva fatto un appello alla “concordia fra tutti i popoli” e si era definito come “un vescovo vestito di bianco”, citando direttamente le parole del “terzo segreto” di Fatima. Nessuno dei suoi predecessori lo aveva mai fatto prima di lui.

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