L’Eldorado dei vitalizi? Ancora oggi continua ad essere il Trentino Alto Adige. Sì, perché nella regione più a Nord d’Italia i politici locali sono riusciti nel miracolo di uscire indenni dallo scandalo di tre anni fa, quando si scoprì che la Regione aveva sborsato più di 90 milioni di euro per pagare una maxi-liquidazione a 130 consiglieri, e hanno di fatto lasciato invariato il loro trattamento pensionistico: 62 tra coloro che avrebbero dovuto restituire parte del compenso hanno presentato ricorso. Tra loro anche Luis Durnwalder, presidente della Provincia di Bolzano dal 1989 al 2014, che però il 12 maggio a Merano verrà premiato dal suo partito, il Südtiroler Volkspartei, con la medaglia d’oro. In più, ora gli stessi consiglieri regionali progettano di aggirare il taglio degli stipendi per Giunta e Presidente, previsti dal decreto Monti, oltre a ritoccare al rialzo i compensi di capigruppo e presidenti di commissione. Il tutto in barba alle promesse fatte tre anni fa davanti ai cittadini, che sono tornati nuovamente a protestare in piazza Magnago, di fronte alla sede del Consiglio provinciale di Bolzano.

“Adesso davvero basta” è lo slogan della manifestazione dell’11 maggio, organizzata dal Forum Politikerrenten insieme all’Associazione contribuenti sudtirolesi e all’Iniziativa per più democrazia. Una protesta “contro l’arroganza e l’avidità di denaro della nostra classe politica, che anche in un periodo come questo sta provando ad alzarsi gli stipendi”, spiega al fattoquotidiano.it Robert Janek, presidente dell’Associazione contribuenti. Ma giovedì mattina in piazza Magnago sono apparsi lontani i tempi in cui l’argomento scaldava l’intera cittadinanza. Forse perché i nuovi consiglieri in carica non avranno diritto ai vitalizi, forse perché “ormai prevale la rassegnazione”, come sostengono gli organizzatori, alla manifestazione erano presenti al massimo un centinaio di persone.

Chi c’era, però, non vuole saperne di far calare l’attenzione sul tema. “In Consiglio si sta discutendo una legge bufala per aggirare il Decreto Monti”, racconta Janek. La Giunta e il Presidente si devono abbassare lo stipendio, ma grazie a un escamotage verrebbe abbassata la loro retribuzione lorda, lasciando quindi sostanzialmente invariato il netto, come spiega anche il Movimento 5 Stelle Alto Adige. “Nel caso del Presidente, attraverso raffinate interpretazioni della legge fiscale e trucchetti vari si diminuisce l’imponibile da 19mila a 13mila euro – afferma Janek – e in futuro una grossa parte del compenso diventerebbe esentasse, con il risultato che alla fine del mese intascherebbe solo 300 euro in meno“.

“La legge prevede anche dei cioccolatini per tutti”, accusa Janek: “Infatti si programma di assegnare ai gruppi politici presenti in Consiglio provinciale aumenti di 600-1100 euro e per di più di conferire ai presidenti di commissione la somma di 800 euro esentasse“. “Quando si tratta di tutelare i loro interessi i politici locali sono molto creativi“, ironizza il presidente dell’Associazione contribuenti. “Tre anni fa avevano promesso dei cambiamenti, invece sono ancora convinti che gli spetti tutto quello che ingiustamente guadagnano”.

Era il 21 febbraio 2014 quando, grazie a un’interrogazione del consigliere del M5s Filippo De Gasperi, venne reso noto l’ammontare delle maxi-liquidazioni che 130 membri del Consiglio avevano incassato nel silenzio generale, per un esborso totale di circa 96 milioni di euro. Il tutto grazie a una legge pensata ad hoc nel 2012 all’ombra delle Dolomiti. Una norma che, spiega De Gasperi, “prevedeva un accordo tra consiglieri e Regione: la riduzione dell’assegno mensile che gli sarebbe spettato dopo i 60 anni di età, in cambio di un maxi-anticipo del vitalizio calcolato con un’aspettativa di vita altissima e un tasso di sconto bassissimo, come poi ha evidenziato anche la Procura”.

Così, nel 2013 i consiglieri che ne avevano diritto sono passati a battere cassa, ricevendo ciascuno cifre tra il mezzo milione e il milione di euro. Quando nella primavera del 2014 è scoppiato lo scandalo, il Südtiroler Volkspartei ha cercato di correre ai ripari. A luglio è stata così approvata una nuova legge, che stando alle dichiarazioni avrebbe dovuto mettere fini agli assurdi privilegi. La norma prevedeva il riconteggio del vitalizio per i consiglieri che già lo percepivano, avendo superato i 60 anni di età, mentre gli ex consiglieri che avevano ricevuto solo il maxi-anticipo, ma ancora non godevano del vitalizio, avrebbero dovuto restituirlo, salvo poi incassarlo nuovamente al compimento dei 60 anni secondo i nuovi criteri.

A tre anni di distanza si scopre come in realtà nulla sia mai cambiato. Almeno stando a quanto sostengono gli organizzatori della manifestazione. Innanzitutto, 62 tra i consiglieri che avrebbero dovuto restituire parte del vitalizio, non lo hanno fatto. In tutto circa 12 milioni di euro che la Regione avrebbe voluto investire in un fondo economico-assistenziale. In più, chiarisce De Gasperi, “la nuova legge non ha annullato i maxi-anticipi del vitalizio, che i consiglieri continuano a incassare man mano che arrivano a 60 anni, con una riduzione rispetto a quelli precedenti anche del 6%”. Il consigliere M5s fa riferimento a Walter Baumgartner, che a inizio marzo ha incassato una liquidazione di 652mila euro netti, “grazie” alla riduzione del maxi-anticipo prevista dalla legge del 2014, che nel suo caso è stata appunto di appena il 6%. Ma nel 2016 anche Eva Klotz, storica leader del Süd-Tiroler Freiheit, partito che chiede l’indipendenza dell’Alto Adige, ha incassato la bellezza di 946mila euro, vista la riduzione di appena il 17,3%.

“Al di là di chi ora prende i soldi, il problema è che chi ha voluto questa legge, i responsabili, sono ancora qui in Consiglio”, accusa De Gasperi. Tra i responsabili c’è sicuramente il Südtiroler Volkspartei, che ora si chiude a riccio e nel frattempo assegna il più alto riconoscimento del partito, la medaglia d’oro, allo storico leader Durnwalder. “Non c’è fine al peggio”, ha commentato Hansjorg Kofler, organizzatore della protesta. Mentre Janek ricorda le parole pronunciate tre anni fa da Philipp Achammer, assessore e Obmann (presidente) della Südtiroler Volkspartei: “Tutti devono ridare gli anticipi, altrimenti verranno espulsi dal partito”. Ilfattoquotidiano.it ha contattato Achammer per chiedere conto di quelle affermazioni, ma dalla Svp è arrivato il diktat: della questione vitalizi parla solo Thomas Widmann, il vicepresidente del Consiglio provinciale. “In piazza mi aspetto centinaia di persone – afferma Janek – per chiedere conto direttamente a questi politici dei loro stipendi, mentre ai contribuenti si continuano a chiedere tasse senza pietà”. Giovedì, i consiglieri arrivati in piazza Magnago non hanno creduto ai loro occhi, riferisce il Corriere dell’Alto Adige. Loro stessi si aspettavano una protesta più forte, invece hanno potuto tirare un sospiro di sollievo.

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