Televisione

Selfie, esordio debacle per la prima puntata. Nel cast troppa gente con troppo poco da dire

La nuova inviata Belen Rodriguez, collegata chissà perché da uno stanzino fuori dallo studio; di Pamela Camassa e Alex Belli a stento si è sentita la voce; Briga sta al programma come Adinolfi al Pride di San Francisco. Insomma, si salva solo Simona Ventura, ormai padrona del format e dello studio. Sciolta come ai tempi d’oro, ha sfoderato tutto il campionario di frasi cult e intercalari che l’hanno resa iconica

di Domenico Naso

Quando su RaiUno c’è una fiction fatta bene, la sfida dell’Auditel ha l’esito segnato. E Maltese – Il Romanzo del Commissario, con Kim Rossi Stuart, ha confermato ancora una volta questa verità riconosciuta: 7.433.000 spettatori, share del 30,3%. A farne le spese, su Canale5, la prima puntata della seconda stagione di Selfie – Le cose cambiano, il programma di makeover condotto da Simona Ventura e prodotto dalla Fascino di Maria De Filippi, che ha ottenuto solo 2,9 milioni di spettatori e uno share del 15,6%.

A essere onesti, la prima edizione (andata in onda tra novembre e dicembre dello scorso anno), non aveva ottenuto risultati troppo distanti da quello di ieri sera: a parte la prima puntata del 21 novembre (con la curiosità per il ritorno in prima serata sulla tv generalista di Simona Ventura) che aveva conquistato oltre 4 milioni e il 20,23%, le restanti cinque puntate si erano assestate tra i 3,1 e i 3,3 milioni (share tra il 15,23 e il 16,50).

Il risultato di ieri sera, dunque, è sicuramente al di sotto delle aspettative, ma non più di tanto. È il confronto con Maltese a trasformare un ascolto accettabile in una debacle.

Selfie non è un programma innovativo: non lo era nella prima edizione, non lo è adesso. È un programma che, come ripete la stessa Ventura, le è stato cucito addosso nel tempo, facendo tesoro dei difetti evidenti della prima puntata di novembre. All’epoca, non sembrava un programma di Simona Ventura ma con Simona Ventura. E per una personalità così forte come quella della conduttrice di Chivasso, era un problema di non poco conto. Poi si è lavorato sul format e l’amalgama è arrivata.

C’erano evidenti problemi di cast, con mentori e giudici che non proferivano verbo, e in questa seconda edizione hanno provato a porvi rimedio. Iva Zanicchi ha preso il posto di Katia Ricciarelli, vestendo i panni della zia saggia ma imprevedibile che deve mettere un po’ di pepe. A differenza del soprano veneto, però, la Zanicchi almeno è simpatica, e questo è un bene per le dinamiche del format. Tra i tanti nuovi innesti, anche Barbara De Rossi, Bernardo Corradi, Briga (tra i mentori) e Platinette, Pamela Camassa, Stefano Zecchi e Alex Belli tra i giudici, con la conferma di Tina Cipollari, Alessandra Celentano e Stefano De Martino.

Troppa gente con troppo poco da dire. La presenza di Pamela Camassa e Alex Belli è misteriosa assai, visto che a stento ne abbiamo ascoltato la voce. Briga sta a Selfie come Adinolfi al Pride di San Francisco, Corradi si deve ancora sciogliere. Anche stavolta, dunque, sul cast si poteva e si doveva fare meglio.

E non è sembrata molto incisiva neppure la nuova inviata Belen Rodriguez, collegata chissà perché da uno stanzino fuori dallo studio, in un ruolo che è chiaro come una lectio magistralis di Antonio Razzi sulla fisica quantistica.

Simona Ventura è ormai padrona del format e dello studio. Sciolta come ai tempi d’oro, sfodera tutto il campionario di frasi cult e intercalari che l’hanno resa iconica (da “Zan zan” a “Tua sorella”, passando per “Ecco, bene”). Peccato, però, che alla sua salita in cattedra (finalmente), corrisponde un abbassamento qualitativo del format. Non sono due fenomeni collegati, ma fortuitamente coincidenti. E se si migliora su un fronte, si peggiore sull’altro.

Le storie raccontate sono sembrate poco coinvolgenti e anche l’approccio narrativo alle vicende personali dei “selfisti” è poco efficace dal punto di vista emozionale. Il programma “funziona” di più quando vira verso il cazzeggio e si lascia andare persino a momenti trash-caciaroni. Ma Selfie non dovrebbe essere questo. Non solo, almeno. La verità, forse, è che a Simona Ventura devi far condurre qualcosa di più frizzate e corrosivo, perché è lì che dà il meglio di sé.

Ma la presenza di Simona Ventura a Selfie deve essere considerata come un investimento per il futuro. Doveva tornare sulla cresta e ce l’ha fatta. Selfie è stato ed è il pretesto per vederla in prime time su una rete ammiraglia. Ma alla fine di questo secondo ciclo, la speranza è che Mediaset si renda conto che va utilizzata meglio, in un programma più adatto alle sue caratteristiche. Ogni riferimento all’Isola dei Famosi non è affatto casuale.

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