“La doppia vita è una brutta malattia nella Chiesa”. È l’ammonimento di Papa Francesco ai sacerdoti, nell’omelia durante la messa per l’ordinazione dei nuovi preti a San Pietro. I sacerdoti, ricorda ancora il pontefice, “sono stati eletti da Cristo non per fare carriera ma per svolgere il loro servizio”. A tal proposito, Francesco esorta a “predicare in modo semplice“, a “non essere intellettuali ma parlare al cuore”. Perché “le parole, senza l’esempio di vita, non servono”.

Bergoglio ha pronunciato l’omelia rituale, ma l’ ha integrata con diverse osservazioni a braccio, parlando in particolare del ruolo dei sacerdoti all’interno della comunità, spiegando che i preti “sono stati addetti dal Signore Gesù non per fare carriera, ma per fare questo servizio”. E ha aggiunto che “un presbitero che ha studiato forse tanta teologia e ha fatto una, due, tre lauree ma non ha imparato a portare la croce di Cristo non serve: sarà – ha spiegato Bergoglio – un buon accademico, un buon professore, ma non un sacerdote”.

Poi ha invitato a far visita ai malati, “compito anche doloroso” ma necessario e che “avvicina a Cristo”. Infine ha esortato a non essere “signori” ma “pastori“. E alla fine della recita del Regina Coeli a San Pietro, papa Francesco ha incoraggiato l’associazione Meter, “che da oltre 20 anni contrasta ogni forma di abuso sui minori”, ad andare “avanti con coraggio”, ringraziandoli poi per il loro “impegno nella società e nella Chiesa”. Sono 10 i nuovi sacerdoti ordinati da Papa Francesco nel giorno in cui la Chiesa celebra anche la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, di cui sei per la diocesi di Roma.

E proprio oggi Dagospia ha pubblicato un’indiscrezione su un giovane sacerdote “che opera nei comuni del Centro Italia devastati dal terremoto” e arriva a spendere anche 3mila euro a notte per festini a base di prostituti, crack e cocaina. Solo due anni fa, lo scandalo che aveva coinvolto l’ex abate di Montecassino Pietro Vittorelli, anche lui dedito a feste private con escort e droga, al quale la Guardia di finanza aveva sequestrato 500mila euro di cui il sacerdote si era appropriato indebitamente, prelevandoli dai conti del monastero.

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