Nel 2016 le denunce per atti sessuali con un minorenne sono state 505, quelle per corruzione di minore 148, mentre quelle per pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico 614. Rispetto al 2015, i casi di abuso sessuale e pedofilia gestiti da Telefono Azzurro sono aumentati del 3,4%: un totale di 301 situazioni di pronto intervento, attraverso la linea 1.96.96, il 114 Emergenza Infanzia e la chat di Azzurro.it, i servizi gestiti dall’associazione, che oggi, in occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia ha presentato il dossier ‘Abuso sessuale e pedofilia. Storie, contesti e nuove sfide’.

Nel rapporto si raccolgono non solo i dati nazionali e internazionali, ma si approfondiscono diversi aspetti del fenomeno, compreso quello legislativo. E si dà voce alle vittime, tramite le richieste di aiuto giunte alle linee di ascolto. Tra gli aspetti più preoccupanti, il fatto che i minorenni non sono solo vittime, ma sempre più spesso sono anche autori di reati sessuali. I dati più recenti del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità evidenziano come tra i reati commessi da minori nell’anno 2016, 146 riguardino atti sessuali con minorenne (di cui 131 commessi da ragazzi). “La giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia – ha dichiarato Ernesto Caffo, neuropsichiatra infantile e presidente di Telefono Azzurro Onlus – fa emergere, oggi più che mai la necessità di risposte puntuali e dell’impegno della società civile, del mondo accademico e delle istituzioni, delle aziende, con l’obiettivo comune di proteggere e tutelare bambini e ragazzi. Un problema complesso richiede risposte multi-disciplinari”.

Le storie – Nel dossier ci sono le richieste di aiuto, le storie. Come quella di Riccardo, 14 anni, che ha chiamato la linea 1.96.96 di Telefono Azzurro raccontando l’abuso sessuale subito qualche anno prima da un educatore del centro estivo frequentato: “Mi ha avvicinato dicendomi che se ne intendeva di massaggi, che doveva massaggiarmi i testicoli perché uno rischiava di rientrare…ora capisco che erano solo scuse. Io avevo la sensazione che non fosse giusto, ma non capivo cosa stesse succedendo. È successo però che un’altra volta mi sono svegliato e lui mi stava praticando sesso orale…gli ho chiesto di smettere perché mi stava spaventando, anche se non capivo. Lui ha smesso, quella notte io ho pianto poi ho chiesto ai miei genitori di venirmi a prendere, ma non ho raccontato niente di quello che era successo. Ho detto che non stavo bene con il gruppo e loro mi hanno creduto”. A volte, però, l’abuso non arriva dall’estraneo. Come nel caso di Alice, anche lei 14 anni: “Lo zio è un po’ che dorme da noi…in questo periodo ha problemi con il lavoro, faceva l’avvocato, ma lo studio dove lavorava ha dovuto ridurre il personale. Dorme nella stanza vicino alla mia e una sera è entrato, si è steso vicino a me, mi toccava i seni e poi ha iniziato a scendere con le mani. Ero paralizzata, temevo che muovendomi si sarebbe arrabbiato, speravo solo finisse presto”.

Il pericolo in rete – Le nuove tecnologie rappresentano oggi un terreno fertile in cui il fenomeno dell’abuso sessuale a danno di bambini e ragazzi trova nuove forme di espressione, come il sexting, ossia lo scambio di immagini e video sessualmente espliciti, il sextortion (l’estorsione costituita dalla minaccia di condividere con altri tali immagini) e l’adescamento online. Tra le nuove forme del cybercrime, lo streaming di abusi sessuali su minori, è un fenomeno in crescente ed allarmante diffusione, come sottolineato già l’anno scorso da Rob Wainwright, direttore dell’Europol. Poi c’è il cosiddetto ‘live distant child abuse’, gestito da organizzazioni criminali, che sembra essere collegato con il turismo sessuale. “Da un lato – spiega Telefono Azzurro – i molestatori sarebbero sollecitati a recarsi nei luoghi ove gli abusi avvengono originariamente e dall’altro, può costituire un mezzo per mantenere la condotta una volta rientrati in Patria, di ritorno da un viaggio di turismo sessuale”.

I dati del Telefono Azzurro – Sulla linea 114, una vittima su due per abusi sessuali è una bambina con meno di 11 anni, ma più di una segnalazione su quattro riguarda ragazzi e adolescenti (28%). I casi di sexting sono in aumento: se nel 2013 rappresentavano il 3,7% delle chiamate per abusi e pedofilia al 114 Emergenza Infanzia e nel 2015 il 5,2%, nel 2016 sono state il 7,1%. La maggior parte delle vittime continua ad essere di nazionalità italiana (con un trend che si attesta attorno al 90% dei casi). Tuttavia un segnalazione di abuso su 10 riguarda bambini e adolescenti stranieri. Si conferma il dato secondo cui la maggior parte degli abusi sessuali segnalati vengano messi in atto da persone conosciute (oltre il 90% dei casi della linea 1.96.96 e oltre l’80% dei casi per la linea 114), per lo più appartenenti al nucleo familiare. In un caso su dieci il responsabile è un estraneo: il dato è in aumento, in linea con l’elevato numero di casi di abusi che avvengono attraverso Internet. Le Regioni da cui provengono in maggior numero di segnalazioni sono Lombardia, Veneto e Lazio.

Uno sguardo fuori dall’Italia – Drammatico anche lo scenario internazionale: i dati ufficiali del governo degli Stati Uniti indicano che circa 702mila bambini l’anno sono stati vittime di violenze e maltrattamenti. Nel 2015, circa 1 bambino su 10 (8,4%) ha subìto abusi sessuali; gli ultimi dati attualmente disponibili del Children’s Bureau, riportano come nel 2015 siano morti negli Usa per abusi 1.670 bambini. Secondo una recente analisi del National Center for Missing and Exploited Children, nel 2016 sono 859.500 i molestatori sessuali registrati negli Usa, il 25% dei quali minorenni. In Europa, invece, si stima che siano 18 milioni i bambini vittime di abusi sessuali, percentuale che oscilla secondo altri studi tra il 10 e il 20%. Solo in Gran Bretagna, sono oltre 57mila i bambini vittime di abusi sessuali.

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