di Simone Vacatello e Mattia Pianezzi, per Crampi Sportivi

Sul caso Muntari, espulso per doppia ammonizione durante Cagliari-Pescara per aver protestato con l’arbitro a causa degli ululati razzisti nei suoi confronti, si è scritto tanto e anche seriamente. Oddio, non solo seriamente, abbiamo anche letto articoli in cui si definiva la decisione “scomoda ma giusta, al di là dei facili moralismi”, perché altrimenti si sarebbe creato un precedente. Certo, come se il corso di una partita fosse più importante della serenità e della dignità di un individuo, discriminato per il colore della propria pelle. Sulla questione è intervenuta persino l’Onu, lodando il gesto del centrocampista ghanese, che ha abbandonato il campo in seguito all’ammonizione. Carlo Tavecchio ha definito l’episodio “esecrabile”. La buona notizia è che Tavecchio sappia cosa vuol dire esecrabile, la cattiva è che il messaggio che è passato è che in Italia, di fronte a casi di questo tipo, l’autorità (almeno quella in campo, nella persona del signor Minelli di Varese), suggerisce di “abbozzare” e pedalare. Meglio far finta di niente, altrimenti colpa tua che sei troppo sensibile.

 

A questo proposito, dato che ci piace fare la parte di quelli che danno i consigli fondamentali in ritardo, abbiamo deciso di elencare gli atteggiamenti passivo-aggressivi che Muntari avrebbe potuto esibire a Cagliari, invece di protestare. Hai visto mai.

*Ci teniamo a precisare che non è nostra intenzione minimizzare un problema grave come quello del razzismo, ma troviamo talmente sciocchi gli atteggiamenti razzisti nel 2017 che non capiamo perché dovremmo giustificarci noi per la volontà di fare gli sciocchi con finalità antirazziste.

[continua a pag. 2]

Muntari ha sbagliato a protestare. Ecco come poteva attirare l’attenzione dell’arbitro

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