La Corea del Nord sfida gli Usa e lancia un nuovo missile balistico. Il test è fallito e il razzo, probabilmente del tipo ‘Kn-17’ a medio raggio, lanciato da una regione a nord della capitale verso il mar del Giappone, è esploso in volo pochi minuti dopo, senza “rappresentare una minaccia per il Nord America”, come sottolineato dal comando Usa nel Pacifico. Ma resta il segnale del leader Kim Jong-Un di voler tener testa a Washington e di voler proseguire il proprio programma missilistico e nucleare. Su Twitter è infatti arrivata la risposta di Donald Trump: “La Corea del nord ha mancato di rispetto agli auspici della Cina e al suo rispettato presidente lanciando, anche se senza successo, un missile”. Intanto sono iniziate le esercitazioni navali comuni tra la Corea del sud e una squadriglia di navi americane, tra cui un sommergibile nucleare, guidate dalla portaerei Carl Vinson, inviata verso le coste coreane proprio per rispondere alle provocazioni di Pyongyang.

La conferma del lancio è arrivata nella tarda serata di sabato (ora italiana) dai militari della Corea del Sud, nello stesso giorno in cui il segretario di stato Rex Tillerson, parlando a nome di tutte le nazioni più potenti del mondo al consiglio di sicurezza dell’Onu, ha aperto ai negoziati ma ha chiesto un maggior isolamento diplomatico ed economico di Pyongyang, ammonendo che “tutte le opzioni devono restare sul tavolo”, compresa quella militare, pur di fermare il regime che minaccia il mondo con la bomba atomica.

Secondo quanto rilevato dai militari della Corea del Sud, il lancio di un missile balistico è fallito pochi secondo dopo il decollo: “La Corea del Nord ha lanciato un missile non identificato da un sito nelle vicinanze di Bukchang, nella provincia meridionale di Pyongyang, in direzione nord-est”, ha dichiarato il capo di stato maggiore di Seul citato dall’agenzia Yonhap. Il test non ha avuto fortuna, ma è comunque la terza volta in un mese e la nona da quando Trump è presidente che Kim Jong Un provoca gli Stati Uniti e i suoi alleati. Oltre alla Corea del Sud infatti, rimangono in allerta Giappone e sopratutto Cina, il Paese che più di tutti ha interessi ha trovare una soluzione diplomatica.

Il governo di Tokyo rimane in stato di allerta. I ministri dell’esecutivo si sono riuniti urgentemente nella sede del Consiglio nazionale di sicurezza. Il capo di Gabinetto Yoshihide Suga ha affermato in una conferenza stampa che il Giappone è “preparato a rispondere a ulteriori provocazioni della Corea del Nord”. Il sistema dei trasporti della metropolitana di Tokyo, per la prima volta, ha interrotto i servizi per dieci minuti quando è stata rilasciata l’informazione del lancio del missile, così come il servizio dei treni veloci Shinkansen, lungo il versante occidentale dell’arcipelago, nella prefettura di Ishikawa. Di solito accade solo in occasione di forti terremoti.

“C’è una grande preoccupazione del mondo intero per quanto accade in Corea del Nord”, ha detto a Taormina il ministro degli Esteri Angelino Alfano, a margine di una serie di incontri e sopralluoghi in vista del G7. “Occorre fare tutti gli sforzi possibili diplomatici prima di immaginare un conflitto caldo, cioè un conflitto fatto a suon di bombe. Di certo è un tema che preoccupa l’intera comunità internazionale”, è il commento di Alfano.

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