La prima cosa che si nota, già dopo le prime pagine de La ragazza in verde, di Derek B. Miller con traduzione di Raffaella Vitangeli (Neri Pozza editore), è la vasta conoscenza delle dinamiche mediorientali da parte dell’autore.

La storia si sviluppa in due tempi. Inizia in Iraq, nel 1991, alla fine della prima Guerra del Golfo e si conclude 22 anni dopo, in quel lembo di territorio conteso al confine tra Siria e Iraq, dove da sempre vivono gli yazidi.

Protagonisti del romanzo sono Arwood Hobbes, soldato americano deluso dall’inutilità della presenza statunitense alla fine del conflitto, stanziato al posto di controllo Zulu, ai margini della valle dell’Eufrate, vicino Samawa, e Thomas Benton, giornalista senza infamia né lode di The Times che ha il permesso di Arwood per attraversare l’immaginaria linea di demarcazione rappresentata dall’avamposto e inoltrarsi a Samawa.

Due accadimenti stravolgeranno la vita degli uomini: l’irrompere degli elicotteri della Guardia repubblicana e delle truppe di terra irachene che aprono il fuoco, uccidendo i civili senza pietà, e l’arrivo di una ragazzina vestita di verde che Benton cerca di portare con sé oltre le linee americane, .

Il secondo tempo si svolge nel 2013. I due si ritroveranno questa volta nel nord dell’Iraq, in mezzo ai profughi in fuga dalla Siria, tra missioni umanitarie, embrioni criminali e folli di quello che diventerà il futuro Isis: miliziani curdi coraggiosi, umili abitanti di quelle zone remote. I due sono lì per un servizio visto in televisione: in mezzo a una processione di fuggiaschi colpita da un mortaio risalta una ragazzina con un vestito verde.

Romanzo che accelera e rallenta in modo inusuale. Romanzo di redenzione e di condanna all’Occidente guerrafondaio e all’assurdità di ogni fondamentalismo religioso. Con estrema umanità e spietato talento nel rendere pubblico ciò che molti preferiscono non raccontare, Derek. B. Miller ha scritto un libro bellissimo, intelligente e onesto. Ma sono soprattutto i personaggi, caratterizzati in modo perfetto nelle loro contraddizioni e nella loro forza d’animo, a rendere La ragazza in verde un romanzo completo, capace di dare una visione inedita e coraggiosa del Medio Oriente.

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