La scuola la boccia, il tribunale amministrativo la “promuove”. E’ accaduto ad una studentessa che frequenta il liceo “Marconi-Delpino” di Chiavari colpevole secondo il Tar della Liguria di non aver attivato i corsi di recupero previsti dal Pof, il piano dell’offerta formativa. Un caso destinato a far discutere oltre che a costituire un precedente significativo. La vicenda ha inizio lo scorso anno scolastico. La giovane, iscritta all’indirizzo classico, ha difficoltà in matematica: non arriva alla sufficienza. Un percorso difficile come quello di molti altri ragazzi che non sempre riescono a cavarsela in qualche materia.

Per lei dopo la pagella di metà anno scatta un corso di recupero che la porta a migliorare. Ma non basta. A marzo ed aprile in un paio di verifiche prende 4,5 e 5.  A quel punto la scuola scrive alla famiglia suggerendo di intensificare lo studio. Nulla di più, nonostante il Pof preveda per i casi più gravi dei corsi di recupero dopo lo scrutinio del primo quadrimestre e altri dal 18 aprile al 27 maggio per gli alunni insufficienti nelle prime verifiche del secondo quadrimestre. Il liceo, secondo quanto emerge dalle carte processuali, registra una carenza di fondi al punto da privilegiare (nella seconda fase dell’anno) solo i corsi di potenziamento extracurriculari per gli alunni delle classi quinte, per le materie oggetto della seconda prova scritta della maturità. Alla fine dell’anno per la ragazza non c’è niente da fare: il consiglio di classe decide di non ammettere l’alunna in terza. Ma i genitori non ci stanno. Provano a parlare con la scuola ma alla fine si rivolgono agli avvocati Luigi Cocchi e Andrea Barra per impugnare il verbale davanti al Tar della Liguria.

Roberto Pupilella, il presidente della seconda sezione del Tar della Liguria esamina in maniera dettagliata ogni documento: il Pof, i verbali, i voti sul registro, quelli nelle verifiche. Il tribunale amministrativo “ritiene che la somministrazione del corso di recupero avrebbe significativamente ampliato le chanches di promozione della studentessa”. Con un’ordinanza del 24 novembre scorso ordina al “Marconi-Delpino” di organizzare il corso, di ripetere la verifica finale di matematica e di rivedere la valutazione. Tutti a scuola, insomma.

“A quel punto – spiega l’avvocato Andrea Barra – il giudice ci ha dato appuntamento il 6 aprile scorso al termine del percorso che di fatto la scuola è stata obbligata a fare per la ragazza. La studentessa ha dimostrato con il suo impegno la fondatezza del ricorso perché ha avuto buoni esiti e ha dimostrato di poter superare le difficoltà se aiutata. Nell’udienza di merito il giudice ha preso atto che era stata promossa ma ha condannato il ministero dell’Istruzione alle spese processuali sostenute dalla famiglia”. Una sentenza che fa scuola: “Prima di decidere – spiega Barra – se bocciare o meno uno studente dev’essere consentita la possibilità di fare il percorso di recupero come stabilito dalla Legge e in questo caso anche dal Pof”. Fortunatamente la ragazza quest’anno ha svolto regolarmente le lezioni nella classe terza senza perdere un solo giorno essendo stata iscritta con riserva a seguito del ricorso che era stato presentato.

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