“Andrò a votare, mai per il Front National“. A dirlo è Jean-Luc Mélenchon, leader di France Insoumise che al primo turno delle presidenziali francesi ha ottenuto il 19,5% dei voti. Il leader del partito della sinistra transalpina, che il 23 aprile è stato scelto da 6 milioni e 805mila di persone, ha aggiunto sul suo canale Youtube: “Voterò al ballottaggio del 7 maggio, ma non vi dico per chi”. Delegato del ministro dell’Educazione nel governo socialista di Jospin dal 2000 al 2002, per occuparsi dell’insegnamento professionale, Mélenchon è stato il primo capo di un partito di sinistra che è riuscito nella storia della Quinta Repubblica francese ad ottenere più voti del Partito socialista. Secondo i media locali molti sostenitori di France Insoumise si asterranno o voteranno scheda bianca.

Mélenchon è contrario alle politiche economiche dell’Unione europea, favorevole ad una ridefinizione del ruolo della Francia nella Nato, tra i leader politici più critici del sistema bancario, sostenitore di un riavvicinamento alla Russia di Putin. Tutti punti di “contatto” con Marine Le Pen. La numero uno del Fn, a caccia di voti tra gli elettori anti-sistema e no-Euro, ha lanciato un appello rivolto direttamente ai sostenitori di Mélenchon per “bloccare la strada a Emmanuel Macron“. La candidata del Front National ha definito Macron un “banchiere” che “si rifiuterà di proteggere i lavoratori”. Le Pen ha ammesso scherzosamente che i suoi rapporti con il capo di France Insoumise sono “a dir poco competitivi”, ma in un video messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook ha lodato l’impegno del leader di sinistra per la pace. “La pace è un obiettivo essenziale in un momento in cui c’è il pericolo che discorsi bellicosi e irresponsabili possano aumentare le tensioni internazionali”, ha detto la Le Pen.

Intanto secondo un nuovo sondaggio Odoxa, il candidato centrista alle presidenziali vincerebbe il secondo turno con il 59% dei consensi, in calo di quattro punti rispetto all’ultima rilevazione dello stesso istituto, mentre Le Pen otterrebbe il 41% dei voti, in salita di quattro punti. Questa rilevazione, pubblicata oggi, è stata condotta il 26 e 27 aprile, mentre quella precedente risaliva al 24 e 25 aprile. Secondo il sondaggio, il 40% dei sostenitori che hanno votato per Mélenchon al primo turno voterà per l’uomo che è riuscito a vendersi come candidato anti-partiti, e lo stesso farà la metà degli elettori di François Fillon.

A sostegno di Macron si è schierata anche Angela Merkel. In un’intervista alla Redaktionsnetzwerk Deutschland (Rnd), la cancelliera tedesca ha sottolineato l’amicizia tra Berlino e Parigi, considerata “indispensabile per i due paesi, ma anche per l’Unione europea”, dalla quale l’avversaria del leader di En Marche! ha minacciato di uscire. Merkel ha espresso la speranza che Macron sia un presidente forte, replicando all’accusa che il candidato francese sia “il cagnolino tedesco”. “Questa espressione è semplicemente assurda – ha aggiunto -. Ogni capo di governo, proprio come la cancelliera tedesca, rappresenta gli interessi del proprio paese e della sua gente”. Quando le è stato chiesto se in futuro ci sarà più denaro tedesco per l’Ue Merkel ha detto: “Vedremo, non posso anticipare le discussioni con il prossimo presidente francese”.

 

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