Fuori tutta la vecchia guardia. Dopo il passo indietro di Fabrizio Palenzona, anche Luca Montezemolo ha rinunciato alla vicepresidenza di Unicredit “in coerenza con l’evoluzione della governance della banca raccomandata dal comitato corporate governance, nomination and sustainability” da lui stesso presieduto. Montezemolo è anche presidente di Alitalia, al cui aumento di capitale la banca, creditrice e socia, è chiamata a partecipare.

Proprio nella mattinata di giovedì 20 aprile è iniziato il referendum tra i lavoratori sul preaccordo tra azienda e sindacati: la vittoria del Sì è precondizione per l’avvio del piano di salvataggio. L’ex numero uno di Ferrari è tuttavia dato in uscita anche dalla compagnia aerea. Secondo indiscrezioni è tra i candidati alla presidenza di Telecom i cui vertici saranno rinnovati a maggio.

L’addio di Montezemolo a Unicredit (ma secondo fonti finanziarie rimarrà nel cda dell’istituto come consigliere) anticipa una delle novità da attuare con il rinnovo del consiglio di amministrazione, cioè la riduzione del numero di vicepresidenti da tre ad uno, e ha efficacia immediata dal 20 aprile, data dell’assemblea di piazza Gae Aulenti chiamata ad approvare il bilancio di esercizio 2016 che si è chiuso con perdite per quasi 12 miliardi a causa della svalutazione dei crediti deteriorati. Nella parte straordinaria i soci dovranno approvare due aumenti di capitale gratuiti, per circa 200 milioni di euro, a servizio del piano di incentivazione dei dipendenti. Il rinnovo del cda avverrà invece con l’assemblea 2018.

Dagli aggiornamenti del sito del gruppo fatti in in occasione dell’assemblea emerge che il fondo sovrano di Abu Dhabi Aabar, che ha indicato Montezemolo per il cda, rimane il principale socio anche dopo l’aumento di capitale da 13 miliardi di euro completato a febbraio: ha il 5,03% del capitale.

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