Alta tensione per Marine Le Pen, la candidata del Front National alle presidenziali francesi, che ieri sera – a sei giorni dal voto per l’Eliseo – è stata oggetto di contestazioni da parte di militanti anti-Front National. Fuori e dentro il teatro Zenith, nel nord della capitale, blitz e incidenti hanno segnato la serata elettorale. Scendendo dall’auto, il fedelissimo di Le Pen, Gilbert Collard, deputato del Gard, viene accolto da insulti, lancio di oggetti e anche qualche molotov. “Militanti di estrema sinistra”, tuona lo stato maggiore frontista, mentre incidenti e scontri, anche violenti, con agenti in tenuta antisommossa continuano nel vicino parco della Villette.

La candidata frontista è dentro, apparentemente al sicuro. Si rivolge alla folta platea: “È giunta l’ora della scelta, una scelta storica, una scelta di civiltà. Questa elezione è un referendum: pro o contro la globalizzazione selvaggia, pro o contro la Francia. Domenica la Francia rinasce o affonda”. I militanti, almeno cinquemila, tra cui tanti giovanissimi, l’acclamano, in un trionfo di tricolori bleu-blanc-rouge e spillette ‘Marine Présidentè. Ma anche dentro non mancano i fuori programma. La candidata arringa la folla spiegando che “qui siamo in Francia: nessuno può imporci leggi, usi, costumi, che non sono i nostri. Qui le donne si rispettano, non si insultano per strada, non si nascondono dietro a un velo perché ritenute impure”.

Le Pen è un fiume in piena. Rivendica il diritto di ogni connazionale a “bere vino se ne ha voglia”, ma improvvisamente una militante si lancia sul palco sorprendendo la candidata e costringendola a tacere. La donna viene subito portata via dal servizio d’ordine dietro al grido inarrestabile dei militanti: “On est chez nous! Questa è casa nostra! Marine Presidente!”. Poi, di nuovo, appena pochi minuti dopo, un’altra donna, questa volta dalla platea, grida verso la scena con l’immensa scritta ‘Au Nom du Peuplè. I seimila dello Zenith volgono lo sguardo verso la militante infiltrata, sul petto, a seno nudo, ha marchiato slogan anti-Le Pen. Impossibile, almeno per ora, determinare se fosse una Femen o meno.

Altro intervento dei bodyguard lepenisti. Altre grida dei militanti nazionalisti. Interrotta per una seconda volta, Le Pen commenta amara: “Non vogliono proprio lasciarci esprimere le nostre idee…”. E ancora: “Questa è la visione degli estremisti della sinistra dinanzi all’unica candidata donna che difende le donne”. Poco prima del suo arrivo, un altro individuo vestito di scuro era salito sulla scena rivolgendo il dito medio dinanzi al popolo del Fronte. A Parigi, la candidata in pole nei sondaggi con Emmanuel Macron è tornata a dire che la sua prima misura sarà sospendere Schengen e “ripristinare le frontiere”. “La Grecia rovinata, l’Italia sommersa, sono assolutamente incapaci di resistere a questa pressione migratoria che è appena cominciata”, ha deplorato. Quanto agli estremisti islamici, “Mi hanno indicata come l’unica candidata da battere: mi rallegro: hanno capito chi devono temere. L’Immigrazione? “Non è una chance ma un dramma”. Le Pen ha anche promesso che se dovesse conquistare l’Eliseo “non esiterà” a nazionalizzare i cantieri navali di Saint-Nazaire recentemente acquisti da Fincantieri. Il discorso continuamente interrotto è durato circa un’ora e mezza e si è chiuso sulle note della Marsigliese. Il prossimo comizio, uno degli ultimi prima del voto del 23 aprile, sarà mercoledì proprio a Marsiglia.

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