Aggredito durante una partita di calcio perché pensavano tifasse per l’altra squadra. È successo sabato in uno stadio argentino, dove Emanuel Balbo, 26 anni, è stato gettato dagli spalti da un gruppo di tifosi durante la partita di Primera Division tra Belgrano e Talleres. Il giovane ha riportato un trauma cranico con arresto cardiocircolatorio, e dopo quasi due giorni di agonia è stato dichiarato cerebralmente morto dai medici. Ma il quotidiano argentino Clarín riporta che forse non si è trattato solo di uno scontro tra ultras. Secondo il padre della vittima, infatti, tra i tifosi Emanuel ha riconosciuto Oscar Gómez, presunto assassino del fratello. Da lì sono scoppiati i disordini.

Gomez ha “ha esortato coloro che erano con lui ad aggredire mio figlio e a buttarlo giù – ha raccontato a Cadena 3 – dicendo che era un tifoso del Talleres, ma non era vero”. Ritrovandosi in inferiorità numerica, Emanuel ha provato a scavalcare la balaustra degli spalti, forse per mettersi in salvo, ma i suoi aggressori l’hanno violentemente scaraventato di sotto. La polizia ha annunciato di aver fermato quattro persone, ma resta ancora da arrestare proprio Gómez.

Lo zio di Emanuel ha pubblicato su Facebook una lettera indirizzata agli aggressori del nipote: “A voi che avete guardato, che lo avete insultato, gli avete sputato addosso, che lo avete preso a pugni a calci e lo avete addirittura colpito con le vostre bandiere. A voi che avete sentito un tizio dire che tifava Talleres e, senza conoscerlo né chiedergli niente, avete tirato fuori tutta la vostra violenza contro di lui, sicuramente senza pensare. Sapete cosa? Vi siete sbagliati di brutto, perché Emanuel ama il Belgrano tanto quanto voi, quanto i vostri padri, i vostri nonni, i vostri nipoti e il vostro miglior amico.” E ancora: “Perché lo avete fatto e cos’avete provato? Vi siete sentiti più uomini? Più macho? Siete soddisfatti? O vi siete sentiti come ciò che siete realmente?”.

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