Raz Degan ha vinto la dodicesima edizione dell’Isola dei Famosi, sconfiggendo in finale tale Susinna con l’89% dei voti. Nemmeno i comunisti bulgari erano mai riusciti a portare a casa un risultato del genere nei giorni migliori del socialismo reale. Una conclusione scontata, attesa, facilmente prevedibile, da per certa da chiunque, persino da chi non ha mai sentito parlare dell’Isola dei Famosi. Merito dell’attore israeliano o demerito del resto della ciurma di naufraghi, molti dei quali morti di fama e sconosciuti ai più? Di sicuro, Raz Degan ha realizzato un capolavoro: ha costruito, giorno dopo giorno, l’Isola perfetta. Ogni bizza, ogni provocazione, ogni singolo attimo di ribellione da hippy fuori tempo massimo è stato un colpo da maestro nella lotta, in verità assai facile, contro l’armata Brancaleone degli altri tizi spiaggiati in Honduras.

L’unica piccola sorpresa della finale di ieri sera è stata la seconda posizione di tale Susinna (all’anagrafe registrato sotto il nome di Simone, a quanto pare), che ha fatto fuori prima Malena, poi Nancy e alla fine ha addirittura vinto la prova del fuoco, approdando in finalissima prima di Degan stesso. Ma all’Isola, si sa, i personaggi che hanno poco da dire, che non brillano certo per profondità o personalità, fanno sempre la loro porca figura. Se poi il soggetto in questione è oggettivamente un bel ragazzo (e nulla più), ecco spiegato l’exploit inatteso.

L’ultimo gradino del podio è stato occupato da Eva Grimaldi, forse l’unica, con Samantha De Grenet, ad aver tenuto testa, in quanto a personalità e spessore, all’inarrestabile Raz. Immancabile, anche ieri, l’incontro tra Degan e l’ex compagna Paola Barale, la cui romantica rimpatriata ha rappresentato un altro elemento fondamentale per salvare l’Isola da se stessa e renderla appetibile al pubblico.

Bocciato l’inviato Stefano Bettarini, che in tv può fare il concorrente di reality (e nemmeno, visti i precedenti), ma che come spalla di Alessia Marcuzzi è stato largamente insufficiente. La conduttrice romana, invece, quest’anno se l’è cavata meglio dell’edizione scorsa, forse perché non c’erano più le ingombranti presenze di Mara Venier e Alfonso Signorini in studio a farle ombra e, ovviamente, di Simona Ventura come concorrente. Il suo modo di condurre scanzonato e allegro è una rarità, in una tv in cui si prendono tutti troppo sul serio. Restiamo convinti che i programmi adatti a lei siano altri, ma alla fine dei conti il bilancio è positivo.

L’opinionista Vladimir Luxuria è sembrata troppo spesso costretta nei panni autoimposti di suora laica, con troppi interventi moralisteggianti che ne hanno frenato il potenziale corrosivo (venuto fuori solo nelle ultime puntate). Per il resto, il format è stanco assai, è stato sin troppo stravolte nel corso degli anni e somiglia a un limone spremuto fino all’ultima goccia che non può davvero dare altro. Almeno fino a quando non si riusciranno a convincere i veri vip italiani a partecipare (cosa che non succederà mai, visto che un vip vero non ha bisogno di spiaggiarsi in Centro America). Sul fronte degli ascolti, l’edizione conclusasi ieri ha tenuto meglio del previsto, con una media attorno ai 4 milioni di spettatori che di questi tempi duri è grasso che cola. La serata finale è stata troppo lunga (si è conclusa quasi all’1.30 di notte), con troppi momenti morti che hanno messo a dura prova la resistenza degli spettatori, ma per un decimale in più di share, ormai, si fa questo e altro. Tra tanto vuoto pneumatico, infine, una nota molto importante: metà dei 100mila euro destinati al vincitore andranno in beneficenza e l’israeliano Raz Degan ha deciso di devolvere i 50mila euro ai bambini vittime del lungo e tremendo conflitto in Siria.

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