I 5 stelle e il Pd in commissione di Vigilanza Rai hanno votato a favore del parere non vincolante per lo schema di concessione decennale tra l’azienda e lo Stato. Contrario solo il centrodestra che, in una conferenza stampa, ha spiegato le ragioni del suo voto contrario, tra cui il fatto che il dumping pubblicitario sia stato ignorato. Secondo invece il presidente della commissione Roberto Fico è “un atto che fissa alcuni punti di fondamentale importanza”.

Il presidente della commissione di Vigilanza Rai: “Rai non trasmetterà più spot sul gioco d’azzardo”
A dare notizia del via libera, anche il presidente della commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico che in un post su Facebook ha scritto: “Il parere sul rinnovo della concessione del servizio pubblico alla Rai. Un atto che fissa alcuni punti di fondamentale importanza”. Ha poi aggiunto: “La Rai non potrà più trasmettere gli spot sul gioco d’azzardo in nessun canale, in nessuna fascia oraria. Questo significa contrasto alla ludopatia. Finita l’epoca di un servizio ridotto per le persone con disabilità sensoriali a fronte del pagamento del canone per intero: finalmente rispettata la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità sensoriali che quindi potranno avere la piena fruizione anche delle dirette dei principali eventi istituzionali e sportivi”. Fico ha quindi aggiunto: “Mai più immagini stereotipate delle donne come successo di recente: promozione e valorizzazione di una rappresentazione non conformistica della figura femminile. Il servizio pubblico deve raggiungere il 100% della popolazione. Finita l’epoca dello scempio che paghi il canone anche se non prendi il segnale. La Rai dovrà fornire parabole e decoder gratuitamente”. “Contenuti al centro: incentivazione della produzione di documentari e film indipendenti, valorizzazione degli archivi Rai, ampliamento dell’informazione finanziaria, energetica, ambientale. Da questo momento”, ha concluso l’esponente del Movimento 5 Stelle, “faremo pressione al governo tutti insieme affinché questi punti diventino realtà”.

Centrodestra: “Ignorato il problema del dumping pubblicitario”
“Il fatto che nello schema non sia stato scritto nulla sul dumping pubblicitario messo in atto dalla Rai è molto grave – ha dichiarato per primo il vicepresidente dei senatori azzurri Maurizio Gasparri – In Commissione abbiamo collaborato e discusso con serietà e siamo delusi dal fatto che non ci sia stata la volontà di inserire condizioni chiare sull’argomento. Il direttore generale Rai nega di vendere con il 90 per cento di sconto la pubblicità, ma secondo Nielsen, invece, continua a diminuire” il prezzo. “Il canone in bolletta che diventa sempre più una tassa – scandisce Gasparri – mal si concilia con una raccolta pubblicitaria fatta dalla Rai con sconti tali da uccidere la concorrenza nel mercato pubblicitario e persino il pluralismo nell’editoria”. Oltre a questo, sottolinea Gasparri, “c’è la manovra dei 5 Stelle che hanno sorprendentemente votato a favore per quello che io ritengo sia uno scambio con Milena Gabanelli, designata alla fantomatica nascente ma ancor non definita testata Rai Web, che però controlla Report usato come una clava contro Eni, Pd e Unità. Non che la cosa a me dispiaccia in sé, ma prendo atto che c’è un patto tra dg e grillini che partecipano a una sorta di spartizione santificata da un inaspettato voto a favore per la convenzione che non garantisce pluralismo e trasparenza e che conferma il dumping”. Anche il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta punta il dito contro il silenzio sul dumping pubblicitario: “Non solo fa male al mercato pubblicitario complessivo ma fa male anche al pluralismo nella carta stampata perché la scontistica che la Rai fa avendo il canone distrugge anche la pubblicità, fondamentale introito anche per la carta stampata nel mondo del giornalismo. Insomma, facendo dumping la Rai distrugge il pluralismo nel mondo dell’informazione”. Non è finita. Brunetta punta il dito anche contro l’”inadeguatezza” dei vertici Rai e contro l’ipotesi che decidano infine di non estendere agli artisti il tetto di 240mila euro ai compensi. “I tetti si devono applicare indistintamente a tutti, inclusi i Fazio, i Vespa, i Giletti. Non vorrei che il 13 aprile, giorno in cui è convocato il cda della Rai, il consiglio ricevesse un parere del ministero dell’Economia che lo induca a fare marcia indietro rispetto all’applicazione dei tetti”.

“Diffidiamo il ministro Padoan dal produrre qualsiasi atto che possa condizionare il cda della Rai”, avverte Brunetta che fa sapere di aver fatto una proposta sul tema dei tetti all’intera Vigilanza, peraltro già accolta: “Dopo l’audizione dei vertici Rai in Vigilanza fissata per il 19 aprile, tutta la commissione predisporrà un atto di indirizzo al consiglio di amministrazione Rai per avere chiarezza sull’applicazione dei tetti”. Delusione e insoddisfazione per il parere votato dalla Vigilanza anche da parte di Jonny Crosio della Lega: “Abbiamo votato contro perché ‘Rai di peggio di più’ – dice, facendo il verso al vecchio slogan di Viale Mazzini – Tutte le proposte che abbiamo presentato, con visioni alternative a quelle del Pd, sono rimaste inascoltate perché il partito democratico ha scelto di interpretare la volontà del segretario politico. La Lega, però, non è disponibile a firmare una cambiale in bianco di 20 miliardi di euro per i prossimi 10 anni alla Rai”, protesta Crosio, riferendosi al fatto che ancora non sono chiari importanti tasselli come, ad esempio, “quante testate ci saranno e quante reti”.

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