Come una mela. Una al giorno toglie il medico di torno. In questo caso, l’oncologo. È una molecola jolly della medicina. Efficace contro diversi disturbi: dalle infiammazioni alle malattie cardiovascolari. Fino alla prevenzione del cancro. L’aspirina, presa a basse dosi e in modo regolare per lungo tempo, riduce il pericolo di morte per vari tipi di tumore: dell’11% negli uomini e del 7% nelle donne. La conferma arriva dal meeting annuale dell’American association for cancer research (Aacr), che si è svolto a Washington a inizio aprile.

Il convegno Usa è l’occasione scelta dai ricercatori del Massachusetts general hospital e dell’Harvard medical school di Boston, coordinati da Yin Cao, per la presentazione degli ultimi risultati del cosiddetto Nurses health study. Condotta tra il 1980 e il 2012, è una delle indagini più estese, relativa a circa 86mila partecipanti, sui fattori di rischio delle principali malattie croniche nelle donne. I dati sono stati analizzati congiuntamente a quelli di un’altra ricerca collegata, l’Health professionals follow-up study, riguardante invece 43mila uomini, in un periodo che va dal 1986 al 2012.

“Sono molte ormai le prove che suggeriscono come l’aspirina non solo diminuisca il rischio di sviluppare il cancro, ma possa anche giocare un ruolo significativo nel ridurre le morti per cancro”, spiega Yin Cao. La stessa Aacr sottolinea, ad esempio, come “l’U.S. Preventive services task force – un panel indipendente di esperti in prevenzione – raccomandi l’uso di basse dosi di aspirina, tra gli adulti di età compresa tra i 50 e i 69 anni, per la prevenzione di malattie cardiovascolari e del cancro colon-rettale”. Particolarmente significativa, infatti, è proprio la riduzione dei pericoli di morte per il tumore del colon-retto: meno 31% tra le donne che prendono aspirina regolarmente, e meno 30% tra gli uomini. Benefici anche per il rischio di morte per cancro del seno, risultato inferiore dell’11% tra le consumatrici abituali di aspirina, e per il cancro alla prostata, ridotto del 23% negli uomini.

“Come testimoniano ormai diversi studi scientifici – si legge sul sito della Fondazione Umberto Veronesi – l’aspirina, specie a basso dosaggio cardiologico, 100 milligrammi al giorno, è stata associata a una prevenzione del tumore del colon e di altri tumori di tipo adenocarcinomatoso, cioè di derivazione dalle cellule ghiandolari, molto frequenti. Come quelli del polmone e dell’apparato digestivo, tra cui il fegato. L’acido acetilsalicilico, principio attivo dell’aspirina, è, infatti, un potente antinfiammatorio. E, come tale – aggiungono gli esperti -, può essere considerato un buon agente nella prevenzione di quelle patologie che si associano ad uno stato infiammatorio cronico. Come alcuni tumori”.
Secondo quanto sottolineano gli esperti della Fondazione, infatti, uno dei campi più promettenti della ricerca oncologica, la farmaco-prevenzione, “si fonda sul principio in base al quale, se in natura esistono sostanze che provocano il cancro, allora devono esistere anche molecole in grado di garantirci una protezione”. L’aspirina sembra essere una di queste.

L’abstract dello studio presentato al meeting Usa

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